Riformare il settore dei trasporti in Europa con una serie di misure realizzabili in breve tempo porterebbe a una riduzione della domanda di petrolio con un risparmio energetico di circa il 13%, e a un risparmio per le economie dei Paesi europei di 36 miliardi di euro all’anno.
È quanto emerge dalla nuova analisi “Transport Sector Solution” (allegata in basso) curata da Greenpeace Central and Eastern Europe (CEE) che propone diverse misure generali:
- promozione di un “biglietto climatico” più economico, per treni e trasporto pubblico, ispirato al successo del biglietto a 9 euro introdotto quest’estate in Germania
- divieto dei voli a corto raggio
- politiche per lo smart working
- limiti di velocità più bassi
- investimenti nella mobilità condivisa, ciclistica e pedonale
- conversione del trasporto merci da strada a ferrovia.
Nel complesso, le misure proposte farebbero risparmiare all’UE emissioni di gas serra pari a quelle prodotte da 120 milioni di auto con motore a scoppio, e farebbero risparmiare ai consumatori europei fino a 63 miliardi di euro all’anno sul carburante.
Le misure più rapide per il trasporto pubblico
Le iniziative adottate in Germania, e in altri Paesi dell’UE, per rendere il trasporto pubblico gratuito o più economico hanno dimostrato di poter alleggerire i costi a carico delle persone, ridurre l’uso dell’auto e gli ingorghi nelle città, e consentire alle famiglie con reddito più basso di accedere ai servizi di mobilità.
Per questo Greenpeace chiede ai leader europei di rendere il trasporto pubblico (treni a lunga percorrenza, trasporto locale e regionale) accessibile e disponibile per tutti.
Inoltre, l’organizzazione non governativa chiede all’UE il coordinamento, il sostegno finanziario e una guida della Commissione europea per supportare i governi nazionali a definire un sistema adeguato di decarbonizzazione del trasporto pubblico.
Il documento di Greenpeace spiega che il biglietto tedesco da 9 euro ha aumentato il numero di abbonati al trasporto pubblico dal 13 al 40%, con un quinto di loro che lo ha utilizzato per la prima volta come servizio giornaliero.
L’uso della ferrovia, a giugno 2022, è aumentato del 42% rispetto a giugno 2019 e la maggior parte delle città coinvolte ha registrato meno ingorghi rispetto al 2019; nonostante i problemi segnalati con i treni sovraffollati, due terzi dei passeggeri erano soddisfatti dell’offerta.
Quindi, a detta di Greenpeace, la sperimentazione tedesca dimostra che i biglietti convenienti portano a un passaggio immediato e diffuso dalle auto ai trasporti pubblici, senza la necessità di investimenti dispendiosi in termini di tempo, in veicoli e in nuove infrastrutture.
Inoltre, l’associazione ambientalista ha stimato che, se solo il 5% dei viaggi in auto venisse spostato sui trasporti pubblici, in tutta l’UE la domanda di petrolio potrebbe essere ridotta di circa 7,9 milioni di tonnellate, pari a 25 milioni di tonnellate di CO2.
Le misure a medio e lungo termine per il trasporto pubblico
Greenpeace invita inoltre i leader europei a introdurre altre misure a medio e lungo termine per ridurre completamente la dipendenza dell’Europa dal petrolio per i trasporti entro il 2040.
Le loro proposte per il potenziamento del trasporto pubblico includono anche quello ferroviario, poiché i veicoli su rotaia (treni e tram) hanno le emissioni di CO2 per passeggero-chilometro (pkm) più basse di tutti i trasporti motorizzati.
Lo studio riferisce che nell’UE, i treni producono una media di 30 grammi di CO2e per pkm, mentre le auto alimentate a combustibili fossili producono 142 grammi e i voli regolari 160 grammi, per non parlare dei jet privati con 1000 grammi.
In alcuni paesi, le compagnie ferroviarie sono già passate all’elettricità rinnovabile al 100%: in Austria, ad esempio, le emissioni ferroviarie sono di appena 4,4 grammi di CO2 per pkm (le basse emissioni residue sono attribuibili a motori diesel utilizzati sulle linee non elettrificate).
Sempre secondo Greenpeace, gli autobus in UE emettono in media 80 grammi di CO2e per pkm, il 44% in meno rispetto alle auto; per questo propone di ridurre le emissioni di CO2 delle flotte di autobus aumentando la quota di bus elettrici (a batteria e filobus), già disponibili per l’uso urbano e extraurbano.
Per conoscere nel dettaglio le misure per il breve, medio e lungo termine, proposte per gli altri tipi di trasporto – e i relativi impatti attesi – si rimanda alla consultazione dello studio allegato.