Gli obiettivi del Piano Energia e Clima 2030 sono insufficienti per la decarbonizzazione del settore trasporti.
Questo, in sintesi, il contenuto del messaggio che Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria e Transport & Environment hanno inviato al Governo per chiedere target più ambiziosi.
Secondo le associazioni, leggiamo nella nota stampa congiunta, “se vogliamo agire sul clima e invertire la rotta dei cambiamenti climatici dobbiamo agire sui trasporti: servono azioni concrete e mirate per decarbonizzare questo settore, responsabile, in Italia e in Europa, di circa il 28% delle emissioni totali”.
Ma per quello che riguarda il settore, secondo le associazioni, il documento non coglie l’urgenza del cambiamento e manca di una visione di lungo periodo, che si rispecchia in scelte poco adeguate “che potrebbero costituire un ostacolo alla decarbonizzazione anziché un incentivo”.
“Considerata la gravità degli impatti sociali, economici e ambientali dovuti al settore trasporti italiano, il peso emissivo di tale settore, la centralità che esso detiene nel processo di urgente decarbonizzazione dell’economia, si è ritenuto importante fare uno sforzo al fine di segnalare alle autorità alcune azioni prioritarie e comuni da inserire nel PNIEC 2030 per i Trasporti”, denunciano.
Nel mirino ci sono:
- l’incentivazione dell’uso del gas naturale nei trasporti
- l’eccessivo ricorso ai biocombustibili di prima generazione
- l’assenza di target ambiziosi per l’elettrificazione del parco veicolare e per la riduzione del numero di auto circolanti nei centri urbani a favore della mobilità attiva.
Nella documentazione inviata al Governo italiano, le associazioni hanno inserito 10 raccomandazioni minime e prioritarie per tracciare un percorso per la decarbonizzazione del settore, in modo da raggiungere le zero emissioni nette al 2050.
Tra le principali richieste, elencate nell’immagine qui sopra: il divieto di vendita dei veicoli endotermici entro il 2030; la promozione di veicoli elettrici puri (lo share previsto è di 6 milioni di auto elettriche, ma di queste sono 1,6 milioni sono pure, i rimanenti 4,4 milioni modelli ibridi); lo stop dei sussidi fossili ambientalmente dannosi, soprattutto per quanto riguarda il gas naturale, che nel settore gode di ingenti agevolazioni fiscali e che risulta “pericoloso” in quanto può attrarre investimenti che potrebbero essere usati per incentivare le energie pulite.