Transizione energetica UE per ora è passare dal carbone al gas, con le rinnovabili al palo

I dati del mercato elettrico europeo nel terzo trimestre mostrano l’avanzata del gas naturale

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Lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa rimane bloccato. È quanto suggerisce una panoramica recentemente pubblicata sul settore elettrico europeo.

Secondo la società di ricerche EnAppSys, infatti, nonostante alcune differenze regionali, la politica dell’Unione Europea favorisce ancora il gas rispetto alle risorse rinnovabili per la sostituzione del carbone. E i recenti commenti di Kadri Simson, la nuova Commissaria europea per l’Energia, sembrano offrire poche speranze di cambiamento.

Il mercato energetico dell’UE ha diminuito molto il ricorso al carbone per la generazione elettrica, ma principalmente a beneficio del gas, secondo l’ultima valutazione trimestrale di EnAppSys sull’andamento del mercato europeo dell’energia elettrica.

La società di ricerca ha indicato che le centrali elettriche a carbone hanno prodotto 95,8 TWh nei tre mesi fino alla fine di settembre. Per contro, le centrali elettriche a gas hanno generato 134,6 TWh nello stesso periodo, cioè circa il 41% in più rispetto al carbone. Ciò rappresenta un cambiamento piuttosto significativo, poiché il carbone aveva prodotto il 31% in più rispetto al gas nel terzo trimestre del 2018 e il 37% in più durante lo stesso periodo del 2017.

La generazione di energie rinnovabili si è invece fermata al 35% della produzione complessiva di energia elettrica nell’ultimo periodo.

Lo spostamento dal carbone al gas è stato in gran parte dovuto alle dinamiche del mercato in Spagna e Germania, ha indicato EnAppSys. Il carbone è infatti quasi completamente scomparso dal mercato spagnolo, estromesso dal gas, mentre anche la Germania – tradizionalmente grande consumatrice di carbone – ha progressivamente voltato le spalle alla fonte fossile più sporca.

Secondo il rapporto, il minore ricorso al carbone è stato reso possibile anche dall’espansione della capacità degli impianti a gas

“In generale, si è verificato in Europa un passaggio significativo dalla generazione a carbone verso quella a gas, anche se il quadro varia a seconda dei singoli paesi, dove il grado di cambiamento è dipeso dalle diverse capacità di passare da una fonte di alimentazione all’altra”, ha dichiarato a PV Magazine Jean-Paul Harreman, Direttore di EnAppSys.

Harreman ha cercato però di guardare anche al bicchiere mezzo pieno: secondo lui, il fatto che il gas stia assumendo una quota significativa della capacità vacante dimostra che il mercato europeo dell’energia rinnovabile e il panorama politico sono maturi per un nuovo slancio.

Di parere diverso Greenpeace.

“Puntare alla neutralità delle emissioni di carbonio mentre si investe nel gas è come dire che si sta cercando di smettere di fumare cambiando marca di sigarette”, ha affermato Tara Connolly, Direttrice per la politica climatica ed energetica europea della ONG ambientalista.

“Nel complesso, il nucleare è stata la fonte di energia dominante in Europa nei tre mesi fino alla fine di settembre 2019, fornendo il 28,7% della generazione totale”, ha indicato EnAppSys nel suo rapporto. “Gli impianti alimentati a gas hanno fornito il 20,5%, il carbone il 14,6%, l’idroelettrico il 14,3%, l’eolico l’11,1%, il fotovoltaico il 6% e le biomassa il 3,4%. Olio (0,7%), rifiuti (0,6%) e torba (0,2%) hanno generato il resto.”

Se le centrali a gas producono meno anidride carbonica per chilowattora rispetto a quelle a carbone, un recente rapporto ha sottolineato che le centrali alimentate col gas emettono maggiori volumi di metano, un gas serra notevolmente più clima-alterante della CO2.

La scorsa settimana, l’estone Kadri Simson, la nuova Commissaria per l’energia, ha affermato che ulteriori investimenti in condutture e terminali per il gas liquefatto saranno una delle chiavi della transizione verso l’energia pulita, aggiungendo che il gas è l’alternativa più economica alle centrali a carbone.

Simson, che sostiene un obiettivo di neutralità della CO2 nel 2050, ha anche promesso che presenterà un New Deal verde europeo entro i suoi primi 100 giorni di guida delle politiche energetiche della UE.

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