Transizione energetica, la chiave è capire se sarà graduale o rapida

Capire a che velocità avverrà la transizione energetica, entro 10 anni o tra una o due generazioni, è fondamentale per evitare di adottare politiche e scelte di investimento sbagliate. Quali segnali seguire?

ADV
image_pdfimage_print

Quanto tempo servirà per una profonda transizione energetica? In altri termini, sarà graduale o veloce?

Se ne parla da tempo in più consessi e, ultimo in ordine di tempo, un nuovo rapporto spiega con convinzione che settore pubblico e imprese dovranno prepararsi con urgenza perché questo cambiamento sta arrivando rapidamente.

Il rapporto, pubblicato dal Global Future Council on Energy del World Economic Forum, ha come titolo “The Speed of Energy Transition” (allegato in basso), ed è stato curata da Kingsmill Bond di Carbon Tracker, Angus McCrone di Bloomberg NEF e da Jules Kortenhorst del Rocky Mountain Institute.

Cosa significa una transizione graduale? In questo scenario le fonti fossili resteranno dominanti anche se le rinnovabili aumenteranno ad un tasso costante ma lineare.

Ciò è la conseguenza di una domanda di energia in aumento, con una crescita di quella da combustibili fossili senza che venga raggiunto il loro picco per una o più generazioni. Quindi nessun sconvolgimento nel settore dell’energia, dove continueranno ad avere potere e forza le aziende tradizionali. Ma un’evoluzione di questo tipo mancherà ovviamente il target climatico indicato dall’accordo di Parigi.

In uno scenario di rapida transizione, invece, le fonti rinnovabili vanno a sostituire con decisione le fonti fossili; l’aumento della generazione elettrica da eolico e solare sarà esponenziale, con un modello di crescita con la curva a S, tipico di alcune nuove tecnologie che sono approdate sul mercato mondiale, come i Pc e i cellulari.

Le rinnovabili vanno a soddisfare tutta la crescita netta della domanda globale di elettricità, sostituendo petrolio, gas e carbone; la domanda di fonti fossili raggiunge così il picco nel prossimo decennio, con una brusca interruzione nelle attività degli operatori storici dell’energia.

In questo scenario di rapida transizione, il settore energetico dovrà affrontare enormi cambiamenti, ma ci sono buone opportunità di tenere sotto i due gradi l’aumento della temperatura globale.

I criteri per capire dove siamo

Non è di poco conto sapere con che velocità avverrà la transizione energetica: entro dieci anni o tra una o due generazioni? La questione della tempistica della transizione energetica è fondamentale sulle decisioni di investimento.

Se le politiche dei governi o le scelte delle imprese ritengono che la transizione sarà graduale, mentre la traiettoria di sviluppo diventa improvvisamente rapida, allora le decisioni saranno sbagliate, con conseguenze per l’intera società che dovrà sopportare costi di investimenti antieconomici e progetti e iniziative ad alto contenuto di carbonio con i rischi climatici che ne seguiranno.

Questo white paper fa proprio questo: descrive due diverse narrazioni, una graduale e un’altra rapida, e le differenzia secondo quattro caratteristiche principali. Il modo in cui si leggono le prove o i segnali di mercato da entrambe le parti può determinare se sarà o meno più probabile lo scenario energetico graduale oppure quello più veloce.

  1. A che punto le rinnovabili diventano abbastanza grandi?

Questo è un primo criterio utilizzato. Il reale impatto delle rinnovabili, cioè il momento chiave nella transizione è quando queste vanno a coprire tutta la crescita dell’approvvigionamento energetico. In uno scenario di rapida crescita ciò potrebbe accadere già negli anni 2020, molto prima che i fossili perdano la loro quota dominante dell’approvvigionamento energetico totale. Gli effetti del cambiamento saranno avvertiti dagli operatori storici, con i mercati finanziari che andranno a tagliare il capitale concesso alle loro industrie, riallocandolo su quelle in crescita.

  1. La crescita delle nuove tecnologie energetiche è lineare o esponenziale?

Fino a pochi anni fa l’energia solare ed eolica erano quasi ovunque nel mondo più costose dell’elettricità generata dalle fonti fossili. Oggi la parità dei costi (LCOE) si può dire sia arrivata ed è probabile che scendano ancora molto sotto quella delle fonti tradizioni e anche piuttosto rapidamente.

Inoltre altre nuove tecnologie pulite potranno rilevarsi vincenti e competitive come l’idrogeno verde.

  1. Il cambiamento delle politiche sarà lento oppure dinamico quando le nuove tecnologie apriranno nuove opportunità per progettare meglio i mercati?

L’inerzia è un fattore potente, ma la storia ci insegna che il cambiamento, una volta innescato, viene adottato rapidamente ovunque. Nel report si fa l’esempio dei divieto di fumare nei locali, ormai accettato globalmente.

In modo ottimistico si afferma che l’accelerazione dell’innovazione di fronte alla crisi climatica e alle stesse esigenze dei consumatori porterà i decisori a riprogettare i mercati dell’energia nella direzione della generazione distribuita.

  1. I mercati emergenti punteranno sui combustibili fossili come hanno fatto le nazioni di vecchia industrializzazione oppure si rivolgeranno alle nuove tecnologie energetiche?

Alcuni osservatori nel settore energetico ritengono che i mercati emergenti seguiranno il percorso intrapreso dai mercati già sviluppati e utilizzeranno più combustibili fossili nella loro traiettoria di crescita economica, con una domanda energetica che sarà necessariamente in aumento.

Ma non è un fatto scontato: in un mondo che si sta rapidamente spostando verso soluzioni energetiche più economiche e più pulite, i paesi in via di sviluppo e quelli emergenti possono saltare subito alle nuove tecnologie, così come è accaduto con i telefoni cellulari che hanno trascurato la telefonia fissa in gran parte dei Pvs.

Segnali di prezzo e picchi

Alcuni obiettivi definiti per il 2030 ci potranno dire se la narrativa della “gradualità” sia volgendo al termine: un’elettricità solare ad un prezzo medio di 20-30 $/MWh, batterie al litio al prezzo di 50-100 $/kWh e l’applicazione di una carbon tax su almeno metà delle emissioni pari a 20 $/tonnellata.

Allo stesso modo per dire che siamo nella fase di rapida transizione dovremmo assistere nel prossimo decennio a tre picchi: quello della domanda delle auto a combustione interna, della domanda di elettricità da fonti fossili e al picco della domanda di tutte le fonti fossili.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×