Todde: Sardegna “al lavoro senza sosta” sulle aree idonee alle rinnovabili

A inizio di agosto il Governo ha impugnato la legge sarda che istituisce la moratoria di 18 mesi contro i nuovi impianti eolici e solari. Il punto sulle vicende in corso secondo la presidente della Regione in una lettera pubblicata su facebook.

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La Regione Sardegna sta lavorando “senza sosta” a definire la mappa delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili e ha già organizzato diversi incontri “con i sindaci, con i comitati e con tutti i portatori di interesse coinvolti” in questo processo.

È uno dei passaggi della lettera “al popolo di Sardegna” pubblicata venerdì 23 agosto su Facebook dalla governatrice Alessandra Todde per sgombrare il campo dalla disinformazione che, a suo dire, sta circolando contro di lei e contro la Giunta sarda in tema di energie rinnovabili.

La Sardegna è al centro di accese polemiche su quale dovrà essere il suo futuro energetico, tra la campagna sostenuta a livello mediatico dall’Unione Sarda contro i parchi eolici e fotovoltaici e le recenti posizioni della Cgil Sardegna a favore della metanizzazione dell’Isola. Ricordiamo, inoltre, che la Giunta sta trattando con il Governo nazionale per un nuovo Dpcm sulle infrastrutture energetiche.

Intanto il Consiglio regionale ha approvato a luglio una moratoria di 18 mesi contro nuovi impianti a fonti rinnovabili, in attesa di definire con chiarezza le aree idonee.

Contro questa moratoria si è espresso di recente il Governo: il Consiglio dei Ministri nella seduta del 7 agosto, ha deciso di impugnare la legge sarda 5/2024, recante “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali”, perché alcune disposizioni sulle fonti rinnovabili, “eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea, violano gli articoli 3, 41 e 117, primo e terzo comma, della Costituzione”.

Inoltre, è stata deliberata “la richiesta alla Corte costituzionale di sospensione, in via cautelare, dell’articolo 3 della legge regionale impugnata”, cioè l’articolo che istituisce la moratoria prevedendo il divieto di costruire nuovi impianti di produzione e accumulo di energia rinnovabile per 18 mesi in una serie di ambiti territoriali.

La Regione, prosegue ora Todde nella lettera, “individuerà chiaramente e con precisione anche quelle [aree] non idonee all’installazione di impianti per la generazione di energia da fonti rinnovabili. Faremo il nostro lavoro fino in fondo e non permetteremo, a differenza di chi ci ha preceduto negli anni, che la Sardegna venga ancora calpestata e svenduta”.

La presidente della Sardegna cita in proposito l’art. 20, comma 7 del D.lgs. 199/2021: “Le aree non incluse tra le aree idonee non possono essere dichiarate non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, in sede di pianificazione territoriale o nell’ambito di singoli procedimenti, in ragione della sola mancata inclusione nel novero delle aree idonee”.

Il significato di questa norma, si spiega, “è che le aree non idonee vanno identificate in maniera puntuale, oggettiva, motivata e documentata e non è possibile identificare in maniera generica come non idonee tutte le aree non ricomprese tra quelle idonee”.

Questo, evidenzia ancora Todde, “è il significato reale del comma 7, che alcuni continuano volutamente a riportare solo in parte, alterandone così il senso. Così si fa solo disinformazione e terrorismo psicologico, e lo si fa sulla pelle dei sardi che diventano inconsapevolmente strumenti di chi persegue interessi propri che non coincidono certo con quelli della Sardegna”.

QualEnergia.it continuerà a seguire tutta le vicende sarde, perché riteniamo siano una cartina di tornasole di uno dei tanti tentativi di rallentare un processo di transizione energetica sempre più urgente, alimentato peraltro da un sistema mediatico e istituzionale inadeguato e in ritardo culturale su tutta la tematica.

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