Per il terzo giorno di fila Gazprom consegna meno gas all’Italia

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Per il premier Draghi si tratta di un "uso politico" del gas per incassare più soldi e al contempo mettere in difficoltà il riempimento degli stoccaggi.

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Per il terzo giorno di fila si riducono le forniture di gas russo verso l’Italia.

Tanto che il premier italiano, Mario Draghi, ha accusato Mosca di fare un uso politico del gas per incassare più soldi (i volumi diminuiscono ma intanto i prezzi salgono) e allo stesso tempo mettere in difficoltà il riempimento degli stoccaggi europei in vista del prossimo inverno.

In una nota di oggi (venerdì 17 giugno) pubblicata da Eni sul suo sito web, si legge che (neretti nostri) “a fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto a ieri)”.

Ricordiamo che ieri, giovedì 16 giugno, Gazprom ha consegnato il 65% circa delle forniture richieste dal cane a sei zampe (quindi con un taglio del 35% rispetto alla domanda di Eni), mentre mercoledì, giorno in cui sono iniziati i tagli, il colosso energetico russo ha diminuito i volumi in entrata del 15% circa.

La spiegazione di Gazprom per queste mancate consegne chiama in causa i problemi alla stazione di compressione di Portovaya, che alimenta il gasdotto Nord Stream 1 che arriva in Germania attraverso il Baltico, e trasporta una parte del combustibile destinato a Eni.

In particolare, sostengono i russi, ci sono ritardi nella restituzione da parte di Siemens di pezzi di ricambio in riparazione.

Tuttavia, questa tesi non convince Draghi, che ieri (giovedì 16 giugno), parlando in conferenza stampa in occasione della visita a Kiev, ha affermato che “sia la Germania, sia noi, sia altri, ritengono che queste siano bugie, che in realtà ci sia un uso politico del gas […] Questo ha delle conseguenze. Non immediatamente sui consumi, ma sullo stoccaggio“.

È vero, ha osservato Draghi, “che le forniture stanno diminuendo del 15, del 30% – sono circolati vari numeri in giorni diversi – ma i prezzi sono aumentati del 15-30%. Quindi le forniture sono diminuite, l’Europa è in maggiore difficoltà e la Russia incassa esattamente come prima, se non di più. È una strategia che va affrontata e combattuta”.

Così il premier ha ribadito che la proposta italiana di istituire un tetto Ue al prezzo del gas “acquista più forza” e si discuterà di questo al prossimo Consiglio europeo tra pochi giorni.

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