Tassonomia, l’Europarlamento boccia la risoluzione: gas e nucleare restano tra gli investimenti “verdi”

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Non passa la posizione che rigettava la proposta della Commissione europea.

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Con 328 eurodeputati contrari, 278 favorevoli e 33 astenuti, poco dopo le 12 di oggi, il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione, approvata dalle commissioni Ambiente ed Economia dello stesso Parlamento Ue, che avrebbe rigettato l’atto delegato della Commissione, che prevede l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia sugli investimenti sostenibili.

A votare per la risoluzione, e dunque contro la tassonomia inclusiva di atomo e metano proposta da Bruxelles, Verdi, Sinistra e S&D,  contrari (e dunque favorevoli all’atto dell’esecutivo Ue) invece Ppe, Ecr, Id e la maggioranza del gruppo Renew (poco meno di 30 i dissidenti tra i liberali). I voti in dissenso nel Ppe sono stati 36, quelli nei socialisti 21. Tra gli italiani Pd (compatto nel voto), M5S e Verdi hanno votato contro l’inclusione di gas e nucleare tra gli investimenti verdi, FI, Fdi, Lega e Iv hanno invece votato per non respingere la proposta della Commissione europea.

“Se l’atto delegato sulla tassonomia fallirà non ce ne sarà un secondo. Sono stata molto chiara anche con il Consiglio Ue”, aveva avvertito la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ribadendo come nucleare e gas “servano per la transizione”, ma ora invece la contestata proposta dell’esecutivo europeo potrà proseguire il suo iter, che sembra in discesa.

Se infatti il Parlamento Ue avrebbe potuto bocciare la proposta di Bruxelles con una maggioranza semplice, (353 voti contrari su 705), uno stop dal Consiglio Europeo, che deve ancora pronunciarsi. è improbabile, dato che servirebbe una maggioranza di due terzi dei 27: se non vi sarà l’obiezione del Consiglio, il regolamento entrerà in vigore automaticamente l’11 luglio e si applicherà dal 1° gennaio 2023.

La risoluzione che rigettava la proposta di Bruxelles era arrivata due settimane fa dalle commissioni Ambiente ed Economia dell’Europarlamento, ma come detto oggi non ha passato l’esame dell’aula di Strasburgo.

L’atto votato in plenaria oggi si opponeva appunto al regolamento delegato della Commissione dello scorso febbraio 2022, che prevede la possibilità di supportare con fondi europei nuovi investimenti, a determinate condizioni, nelle centrali a gas e in quelle nucleari.

Il possibile inserimento di atomo e gas fossile nella tassonomia degli investimenti considerati sostenibili (dal punto di vista ambientale), ricordiamo, ha innescato una serie di polemiche e scontri fra diversi Paesi Ue. La Francia, in particolare, ha sempre spinto per favorire il nucleare, mentre Germania e Italia cercavano di ottenere condizioni più favorevoli per nuovi progetti nel gas.

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