Superbonus: verso mini-proroga Cilas, su sblocco dei crediti le soluzioni non convincono

La partita sulle scadenze del Superbonus è ormai quasi chiusa, ma potrebbe ancora passare una mini-proroga per le Cilas. Sempre in alto mare lo sblocco dei crediti.

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Una mini-proroga dei termini per la sola presentazione della Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cilas) dal 25 novembre al 31 dicembre di quest’anno.

È questa l’unica proposta ancora sul tavolo del governo circa il possibile allungamento delle scadenze per accedere alla detrazione fiscale maggiorata del 110% nell’ambito del Superbonus a favore dei condomìni.

Nessuna flessibilità invece sulla data della delibera assembleare per i lavori condominiali, la cui approvazione deve essere avvenuta necessariamente entro il 24 novembre, sempre di quest’anno. Se la delibera è stata approvata dopo il 24 novembre, i condomìni potranno accedere nel 2023 solo ad una detrazione del 90%.

I condomìni che hanno deliberato entro il 24 novembre ma non hanno ancora presentato la Cilas, potrebbero quindi riuscire a farlo entro il 31 dicembre, se sarà approvata la mini-proroga, e chi ha rispettato per la Cilas la scadenza del 25 novembre, potrebbe avere la possibilità di integrare tale comunicazione – sempre che passi la proposta mini-proroga al 31 dicembre, da approvare eventualmente durante l’iter di conversione in legge del Decreto Aiuti-quater, il cui voto al Senato è previsto la prossima settimana.

Sblocco dei crediti

Per quanto riguarda lo sblocco della cessione dei crediti, di aziende che hanno concesso sconti in fattura ai propri clienti e che adesso non riescono a monetizzarli, il governo starebbe considerando un paio di possibilità, secondo indiscrezioni di stampa (vedi Superbonus 110%, “niente proroga” ma soluzione in vista per sbloccare i crediti)

Una sarebbe la via maestra di consentire alle banche una ulteriore cessione dei crediti, per allargare il campo delle compensazioni incrociate tra le banche. L’altra sarebbe una via più tortuosa e in salita e consisterebbe nella trasformazione dei crediti in finanziamenti bancari agevolati da garanzia pubblica.

L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), da parte sua, ha subito risposto negativamente alla seconda possibilità, che fra l’altro andrebbe anche incontro a problemi di copertura di bilancio.

L’ennesimo correttivo senza risolvere definitivamente il problema”, ha detto in una nota la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, in risposta alle notizie che arrivano sulla legge di conversione del dl Aiuti Quater.

“È vero che non c’è ancora nessun documento ufficiale, ma le indicazioni che arrivano parlano dell’introduzione di un finanziamento che nella pratica non risolverebbe nulla per il settore e tra l’altro presenta diverse criticità”, ha detto Brancaccio.

Serve un intervento straordinario come quello proposto da Ance insieme all’Associazione bancaria italiana (Abi) di utilizzare gli F24 per consentire alle banche di scaricare un gran numero di crediti fiscali liberando capienza che da tempo ha raggiunto il limite, ha detto la presidente dei costruttori.

Sono quasi 50mila le imprese edili in difficoltà nella cessione dei crediti legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili, ha fatto sapere la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna), secondo cui i crediti nei loro cassetti fiscali per sconti in fattura non monetizzati ammontano a oltre 5 miliardi di euro – il doppio rispetto alla scorsa primavera.
 
Soa

A parte i mutamenti dell’ultimo minuto ancora possibili per scadenze e cessione dei crediti, sarà però bene non scordare un cambiamento già sancito e che entrerà in vigore dal 1° gennaio: la cosiddetta Soa, cioè l’attestato rilasciato da una Società organismo attestazione (Soa appunto), un soggetto di diritto privato vigilato dall’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

A partire dal nuovo anno, infatti, sarà necessaria per le imprese l’attestazione Soa, tipica dei contratti pubblici, anche per i lavori privati di importo superiore a 516mila euro che ottengono incentivi fiscali.

La novità intende aumentare il livello di qualificazione delle imprese impegnate in grandi lavori incentivati, scoraggiando allo stesso tempo la partecipazione di aziende improvviste o non sufficientemente strutturate in lavori di per sé complessi.

È un altro elemento importante da considerare da parte di chi si appresta a presentare una Cilas, per lavori condominiali che, nel caso del Superbonus, possono facilmente oltrepassare la soglia dei 516mila euro.

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