Stop alle auto termiche dal 2035: le reazioni al voto della commissione Ambiente Ue

Non sono invece passate le proposte per fissare traguardi intermedi più ambiziosi. Si voterà in plenaria a inizio giugno.

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Confermato lo stop alla vendita di nuove auto con motori termici dal 2035, anche se non sono passate le proposte per introdurre nuovi obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni, e rendere più severi quelli esistenti.

Questo il succo del recente voto (11 maggio) della commissione Envi (Environment, Public Health and Food Safety) del Parlamento Ue.

I deputati della commissione Ambiente, infatti, con 46 voti favorevoli e 40 contrari, hanno approvato il traguardo per il settore automotive fissato da Bruxelles dentro al pacchetto Fit for 55 dello scorso luglio 2021. Dal 2035 si potranno vendere solo nuove auto a zero emissioni di CO2, quindi elettriche oppure a idrogeno: un bando de facto alla commercializzazione di veicoli con motori tradizionali benzina/diesel.

Niente da fare, invece, spiega Euractiv, per la richiesta di innalzare dal 55% al 70% il target 2030 di riduzione delle emissioni auto, rispetto al livello medio registrato nel 2021; è stata bocciata anche la proposta di inserire un nuovo traguardo al 2027.

Le reazioni al voto della commissione Envi sono state contrastanti.

Da una parte, le associazioni che promuovono la mobilità elettrica, come Motus-E in Italia, che parla di “un primo passo dell’Europa verso la transizione all’elettrico della mobilità e, soprattutto, un chiaro segnale per cittadini e imprese”.

Più critica Transport & Environment (TE), perché ritiene che gli obiettivi al 2025 e 2030 siano ancora deboli: il boom dei veicoli elettrici, sottolinea TE in una nota, “vacillerà per i prossimi dieci anni a meno che i legislatori non intervengano con un obiettivo provvisorio nel 2027 e uno più ambizioso nel 2030. Senza di esso, l’Europa potrebbe non vendere abbastanza auto a emissioni zero per raggiungere i propri obiettivi per il 2030”.

Dalla parte opposta le industrie dei carburanti alternativi, rappresentate dalla eFuel Alliance, che ha sempre fatto pressione per introdurre il principio della flessibilità e neutralità tecnologica, in modo da lasciare spazio ai carburanti sintetici prodotti a partire da energia elettrica rinnovabile (cosiddetti e-fuel, elettro-carburanti).

Secondo questa associazione “il Parlamento dovrebbe tenere conto del contributo che i combustibili rinnovabili sostenibili possono offrire, per ridurre le emissioni dei trasporti”, evitando di puntare tutto su una sola tecnologia, quella della elettrificazione diretta.

Il 7-8 giugno è atteso il voto del Parlamento in plenaria sulla questione. Intanto gli Stati membri dovrebbero finalizzare la loro posizione il prossimo 28 giugno, aprendo così la strada ai negoziati del cosiddetto “trilogo” finale tra Parlamento, Consiglio e Commissione.

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