Gli Stati Uniti confermano i dazi contro una serie di prodotti importati dalla Cina, tra cui celle solari, veicoli elettrici e batterie al litio.
In un avviso pubblicato il 13 settembre, l’ufficio del Rappresentante per il commercio degli Usa (United States Trade Representative, USTR), ha annunciato le modifiche “definitive” delle azioni tariffarie contro la Cina, nell’ambito delle indagini svolte ai sensi della Section 301 del Trade Act.
Questa normativa consente alla Casa Bianca di avviare “azioni appropriate”, tra cui dazi antidumping, come risposta alle pratiche commerciali scorrette di governi stranieri.
Le modifiche “sono state ampiamente adottate, con diversi aggiornamenti per rafforzare le azioni per proteggere le aziende e i lavoratori americani dalle pratiche commerciali sleali della Cina a seguito della revisione di oltre 1.100 commenti del pubblico”, informa una nota.
Dalle indagini è emerso che, “sebbene la Cina abbia modificato alcune misure specifiche ingiuste, le pratiche dannose di trasferimento forzato di tecnologia della Repubblica popolare cinese, in particolare il furto informatico e lo spionaggio industriale, sono continuate e, in alcuni casi, sono peggiorate”.
Tra gli aggiornamenti dei dazi comunicati il 13 settembre, si segnala una proposta relativa alla copertura di ulteriori linee tariffarie per tungsteno, wafer e silicio.
Si confermano i forti incrementi tariffari sulle importazioni cinesi annunciati a maggio dall’amministrazione Biden, che entreranno in vigore dal 27 settembre 2024, tra cui un dazio del 100% sui veicoli elettrici, del 50% sulle celle fotovoltaiche e del 25% su acciaio, alluminio e diversi altri metalli critici ma anche batterie al litio usate nei veicoli elettrici (per le batterie al litio destinate ad altri usi il dazio scatterà nel 2026).
Nel 2025 sono poi previsti dazi del 50% sui semiconduttori.
L’USTR, come detto, propone anche di innalzare al 50% i dazi sul silicio e sui wafer solari, spiegando che la Cina domina la capacità produttiva globale di silicio e wafer, con rispettivamente il 93% e 95%; ciò “rischia di indebolire i nuovi investimenti nella produzione nazionale, ostacolare la resilienza delle catene di fornitura statunitensi […] e indebolire l’efficacia delle tariffe su celle solari e semiconduttori”.
La posizione italiana
In tema di dazi è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ieri (16 settembre) ha ricevuto a Palazzo Piacentini il ministro cinese del Commercio, Wang Wentao.
Con riferimento alle tariffe sull’import di auto elettriche cinesi in Europa, proposte dalla Commissione Ue nella sua indagine anti-sovvenzioni ancora in corso, l’Italia ha espresso “l’auspicio che ci sia una soluzione negoziale a Bruxelles o al Wto” ma comunque “dobbiamo lavorare insieme per evitare una guerra commerciale che non è nell’interesse di nessuno”, ha detto Urso.
L’incontro a Roma con Wentao, informa una nota, fa seguito alla visita di Urso a Pechino dello scorso luglio allo scopo di rilanciare la cooperazione economica tra i due Paesi, soprattutto nei settori della tecnologia green e della mobilità elettrica, confermata dalla scelta di aprire il settore automotive italiano agli investimenti cinesi.
“È nostra intenzione – ha ribadito il ministro – intensificare i rapporti tra i due Paesi in uno spirito di piena collaborazione e trasparenza, specialmente nell’ambito dell’interscambio commerciale Italia-Cina e degli investimenti reciproci”.