Auto elettrica, la cinese BYD punta al 50% delle vendite all’estero

L'annuncio della vicepresidente esecutiva lascia presagire l'apertura di nuovi stabilimenti produttivi al di fuori della Cina. Intanto l'ex braccio destro di Marchionne nominato "consulente speciale" BYD per il mercato europeo.

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La diminuzione della domanda interna di veicoli elettrici per la cinese BYD non frena l’ascesa dell’azienda, che ora punta forte sulle vendite oltre confine.

“Il mercato estero rappresenterà una quota relativamente grande delle nostre vendite globali in futuro”, ha affermato pochi giorni fa la vicepresidente esecutiva Stella Li. Quando le è stato chiesto di essere più specifica, ha detto che “quasi la metà” delle vendite avverrà all’estero.

Una strategia che lascia intendere la volontà dell’azienda di continuare a creare centri di produzione al di fuori della Cina. BYD è sulla buona strada per raggiungere le 500mila vendite all’estero quest’anno, avendo raggiunto quota 270mila a luglio, circa il 14% del suo totale.

L’obiettivo aziendale è arrivare a vendere circa 3,6 milioni di auto elettriche e ibride plug-in nel 2024, destinate principalmente al mercato interno.

Per raggiungere i mercati esteri, BYD sta investendo miliardi in stabilimenti di produzione in Europa, Asia e Sud America, anche con il fine di aggirare alcune barriere commerciali erette contro i veicoli elettrici cinesi.

L’Unione europea ha recentemente ritoccato i dazi imposti direttamente a BYD portando la tariffa al 17% (questa percentuale si va a sommare a un dazio del 10% già in vigore su questo tipo di import, ndr), mentre Canada e Stati Uniti hanno entrambi quadruplicato le aliquote portandole al 100%, accusando Pechino di sostenere la propria industria automobilistica con pratiche di sussidi scorrette.

Molte sono le aziende cinesi che, per effetto dei dazi, stanno aprendo nuovi siti di assemblaggio dei propri modelli in Europa. Dopo BYD, Chery e Zeekr, anche il marchio Xpeng ha recentemente compiuto questo passo, visto che i mezzi costruiti in Europa, con manodopera europea, non sono soggetti a tariffe aggiuntive.

Dal 29 agosto c’è poi la notizia che Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Marchionne e top manager di FCA, sarà consulente speciale di BYD per il mercato europeo a partire dal prossimo 2 settembre.

Attualmente l’azienda ha una fabbrica in funzione in Thailandia, e si è inoltre impegnata a costruire uno stabilimento in Indonesia ed è pronta a firmare un accordo di produzione in Messico. Entro tre anni aprirà una fabbrica anche in Ungheria, il primo stabilimento di produzione di autovetture per passeggeri in Europa ad essere costruito da una società automobilistica cinese. L’impianto è stato già avviato e dovrebbe produrre 175mila vetture all’anno.

Per aumentare la notorietà del suo marchio al di fuori della Cina, il mese scorso BYD ha firmato un accordo con Uber Technologies per mettere a disposizione della piattaforma 100mila dei suoi veicoli elettrici, inoltre il marchio è stato uno degli sponsor principali dei tornei di calcio Euro 2024 e Copa America.

Secondo Joanna Chen, analista del settore automobilistico cinese di Bloomberg Intelligence, l’obiettivo del 50% di vendite all’estero probabilmente non sarà raggiunto prima della fine del decennio. La vicepresidente Stella Li non ha fornito tempi specifici per il raggiungimento di questo target.

“Tra gli OEM (produttori di apparecchiature originali, ndr) cinesi, il mix attuale di Chery Auto vanta circa metà export estero e metà nazionale, altri dipendono ancora molto dal mercato interno”, ha osservato Chen.

Lo scorso anno le vendite di BYD sono andate bene in paesi come Brasile, Israele, Thailandia e Australia.

Per quanto riguarda l’Italia, il colosso asiatico è nella lista delle aziende cinesi in trattativa con il Governo per realizzare una fabbrica nel nostro Paese. I colloqui si sono intensificati dopo la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Cina a fine luglio, che ha portato alla firma di un memorandum di collaborazione industriale nella mobilità elettrica e nelle tecnologie green.

In un recente comunicato, l’azienda ha anche fatto sapere di aver aumentato i propri utili, pur citando una contrazione della domanda nel mercato interno cinese. Mercoledì 28 agosto BYD ha dichiarato che il suo utile netto è aumentato del 24%, raggiungendo i 13,63 miliardi di yuan, equivalenti a 1,92 miliardi di dollari, nella prima metà del 2024 rispetto all’anno precedente.

I ricavi sono aumentati del 16%, arrivando a 301,13 miliardi di yuan. Il margine di profitto lordo è aumentato al 20% dal 18,3% dell’anno precedente, facendo meglio perfino di Tesla.

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