In Sardegna, “con l’arrivo dell’inverno, molti anziani e famiglie a basso reddito rischiano di dover scegliere tra riscaldare le proprie case o acquistare cibo e medicine. Nessuno deve restare al freddo o senza un pasto caldo”.
Questo l’allarme lanciato dal presidente della sezione isolana di Anap-Confartigianato, Giovanni Antonio Mellino, per il quale “la povertà energetica è una sfida che possiamo vincere solo con politiche di inclusione e sostenibilità. Chiederemo alla Regione misure immediate per proteggere le fasce più vulnerabili”.
L’intervento dell’associazione è arrivato ieri, 20 novembre, rilanciando dati dell’Osservatorio italiano per la povertà energetica (Oipe). In particolare, l’8,9% delle famiglie sarde fatica a pagare le bollette e 143.000 persone soffrono di povertà energetica. Non la peggiore situazione nel Paese, comunque, visto che l’isola è undicesima in Italia per questo problema (le situazioni peggiori in Calabria e Sicilia, la migliore in Toscana).
Per Anap, però, si è già superato il livello di guardia e c’è l’urgenza di “incentivi e agevolazioni, programmi per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni e un fondo regionale di 2 milioni di euro nella prossima finanziaria per sostenere le famiglie in difficoltà”.
Per avere un quadro più competo della situazione si possono citare altri dati Confartigianato, in questo caso del Servizio studi imprese sostenibili, diffusi a inizio novembre.
Nell’isola il 61,3% degli immobili residenziali è stato realizzato prima del 1980 e su di essi si dovrà agire secondo quanto stabilito dalla direttiva Ue Case Green.
“La vetustà del patrimonio edilizio sardo è uno degli ostacoli principali nella transizione verso un’edilizia sostenibile”, secondo Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato imprese Sardegna. “Siamo una regione, come tutto il resto d’Italia, con case vecchie e poco efficienti”.
Se da un lato il 17% degli immobili isolani versa in “pessime o cattive condizioni”, rileva l’associazione, dall’altro c’è una “difficoltà ad analizzare le classi energetiche degli immobili attraverso l’Ape, in quanto la Sardegna è l’unica regione in Italia a non aver attivato ancora il Portale SiApe”, insieme alla Campania. L’attivazione dovrebbe arrivare a gennaio 2025.
Caos e proteste sulle aree idonee
In attesa di conoscere i futuri provvedimenti della Regione sulla povertà energetica e l’efficientamento edilizio, va avanti con difficoltà l’iter del Ddl n. 45 di Giunta sulle aree idonee.
Questo disegno di legge, si ricorda, prevede anche la concessione di 678 milioni di euro a fondo perduto per incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo, in favore di “cittadini, imprese, professionisti, comunità energetiche, enti pubblici regionali e territoriali”, incidendo potenzialmente anche sulla povertà energetica.
Il Consiglio regionale è tornato ieri a esaminare gli emendamenti al testo, bocciando quelli di minoranza, dopo diversi rallentamenti dei lavori dovuti all’ostruzionismo delle opposizioni e alle proteste dei comitati contro la “speculazione energetica” e in favore del Ddl di iniziativa popolare Pratobello 24. Manifestazioni che sono sfociate anche in scioperi della fame e occupazioni del Consiglio.
Sul Ddl non demordono la maggioranza e la Giunta, anche dopo la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha parzialmente sospeso il DM 21 giugno 2024 “aree idonee”.
Secondo l’assessore all’Ambiente Rosanna Laconi, in particolare, “appare inverosimile anche solo pensare che un’ordinanza di natura cautelare di primo grado possa addirittura determinare le sorti del procedimento legislativo”.
L’autonomia legislativa di tutte le Regioni, secondo l’assessore, “è tutelata dalla Costituzione e, pur nel rispetto delle competenze del Potere giurisdizionale, in attesa che i giudici possano esaminare nel merito la questione, il Consiglio regionale deve assolutamente continuare a svolgere il suo compito, a maggior ragione in virtù del fatto che il Ddl sulle aree idonee non è riguardato dall’istanza cautelare sollevata contro il decreto Pichetto Fratin”.
La partita sulla metanizzazione
Tra i fronti su cui è impegnata l’Amministrazione regionale c’è infine quello del metano. L’assessore all’Energia Emanuele Cani, la scorsa settimana, ha chiuso la porta all’ipotesi di una dorsale gas, in favore di una infrastruttura di tipo differente.
“Dove c’è la necessità arriverà il metano. Sarebbe sbagliato ripercorrere strade che non hanno portato a nulla. Nessuno stravolgimento, quindi, e neppure programmi per estromettere territori della Sardegna. Dobbiamo lavorare tutti assieme per un’infrastruttura di rete, utile soprattutto per il comparto industriale che attende risposte da troppi anni e che sia a servizio di tutti i territori che ne hanno bisogno. Il nostro unico obiettivo è quello di garantire a tutti i cittadini e alle imprese della Sardegna un prezzo del gas in linea con quello del territorio nazionale”.
Parole che non sono piaciute a Fridays For Future Sardegna, contrario all’opzione metano e favorevole alle fonti rinnovabili.
“La gestione dell’energia in Sardegna continua a essere disastrosa”, si legge in una nota rilanciata sui social network, “promuovendo investimenti in nuove infrastrutture del gas. Mentre si appresta a votare un disegno di legge che vieterebbe l’installazione di rinnovabili nel 99% del territorio sardo” si parla di “rigassificatori, reti urbane e pipeline per lo stoccaggio e il trasporto del più potente gas climalterante esistente. Non ci saranno vantaggi economici, anzi, verrà ostacolato il nostro percorso verso un’economia più sostenibile”.