Una serie di recenti dichiarazioni e provvedimenti approfondisce la strategia che la Regione Sardegna intende perseguire per l’energia.
Si può partire dalle parole della presidente Alessandra Todde della scorsa settimana, intervenuta a Bruxelles per la XXII Settimana delle regioni e delle città europee: “Noi la transizione energetica vogliamo farla ma il tema è non trasformare il paesaggio sardo, che è unico, in un paesaggio industriale”. La cosa ottimale, dunque, sarebbe “investire nell’idroelettrico”.
Non solo. “Il primo importantissimo gradino per una transizione energetica giusta” è rappresentanto dalle comunità energetiche, come si riporta in una nota di Giunta che ieri (10 ottobre) ha approvato finanziamenti per 4,6 milioni di euro in favore degli enti locali che attuano progetti in questo campo.
Si tratta dello scorrimento per gli ammessi a un bando 2023 che finanzia studi di fattibilità finalizzati alla realizzazione di comunità energetiche.
“I risultati dello studio di fattibilità – scrive la Regione – saranno utili anche per la programmazione delle risorse già previste dal dl Aree idonee per la costituzione delle Cer e per l’aggiornamento del Piano energetico e ambientale della regione Sardegna”.
Proprio il Pears è stato protagonista ieri nella riunione di Giunta, con il via libera agli “indirizzi operativi” di aggiornamento del piano, da completare entro l’estate 2025 secondo l’auspicio dell’Esecutivo.
In particolare, si prevede un coordinamento generale, guidato dalla presidente Todde, che si occuperà di gestire una struttura organizzativa di natura sia tecnica sia politica.
“Il Pears costituisce il più importante strumento di monitoraggio e pianificazione energetica della Regione”, spiega un comunicato. “Il suo aggiornamento costituirà uno studio indispensabile per avere contezza sullo stato attuale del fabbisogno energetico dell’isola e programmare una necessaria transizione energetica che sia giusta e realmente commisurata alle esigenze e alle necessità della Sardegna” con “scenari di sviluppo possibili”.
Fin qui i passaggi della strategia energetica sarda, ricavati da recenti ultimi provvedimenti e dichiarazioni, che rendono l’idea su idroelettrico, Cer e “transizione giusta”.
In quest’ottica c’è da segnalare anche uno stanziamento da 50 milioni di euro per l’elettrificazione e l’efficientamento energetico di edifici e impianti pubblici, approvato in Giunta la scorsa settimana.
Tra i settori coinvolti l’illuminazione pubblica, spiega la presidente Todde, nell’ottica generale “di ridurre le emissioni di gas serra, tagliare i costi energetici e migliorare la qualità degli spazi pubblici”.
L’analisi dell’azione regionale si completa con il secondo ciclo di incontri territoriali dedicati alla definizione delle aree idonee e non idonee per le Fer.
Ieri (10 ottobre) il primo appuntamento a Oristano, mentre oggi è prevista una tappa a Cagliari, a cui seguiranno quelle di Sassari e Nuoro la prossima settimana.
Nel corso del primo ciclo di incontri è stato chiesto ai Comuni di fornire un dettaglio preliminare sulle aree potenzialmente idonee nel loro territorio e sui beni da tutelare.
Inoltre, “la sommatoria dei fabbisogni energetici calcolati dai Comuni” con i loro Piani d’azione per l’energia sostenibile “restituirà un quadro attendibile dell’effettivo fabbisogno energetico totale della nostra isola”, secondo l’assessore della Difesa dell’ambiente, Rosanna Laconi.