Sardegna, contestazioni contro l’eolico al calor bianco e un sabotaggio. Dove si vuole arrivare?

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Le proteste sfociano nel sabotaggio di una piccola turbina in provincia di Nuoro. Il 30 agosto a Cagliari manifestazione dei comitati. Intanto la Regione annuncia: a metà settembre la proposta di aree idonee.

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Le proteste in Sardegna contro l’installazione di turbine eoliche vanno avanti da diversi mesi, anche con momenti difficili come successo a Oristano a luglio.

Ora è sempre più evidente che si sia superato il limite della tensione, come per il caso in provincia di Nuoro, dove è stata riscontrata una sorta di sabotaggio a una turbina eolica: lunedì 26 agosto un dipendente della Energreen, durante un controllo, ha scoperto che i dadi alla base di una torre da 60 kW erano stati svitati e sparsi nei dintorni.

La società (che ci ha cortesemente fornito le foto del sito, vedi qui sotto) ha fatto denuncia formale dell’accaduto che, chiaramente, non poteva certo determinare la caduta della torre, retta da ancoraggi interni, ma è rappresentativo della volontà di alcuni contestatori nel voler passare alle vie di fatto contro questi impianti.

Quali sono i danni che il vandalismo può fare all’eolico? Per capire meglio la situazione lo abbiamo chiesto a Pietro Lecce, tecnico del settore mini eolico, per il quale la questione dipende dal periodo di vita in cui si trova l’impianto.

Problematiche potenzialmente serie potrebbero determinarsi se gli atti vandalici fossero fatti ai bulloni ‘tirafondi’ di base torre, nella fase di collaudo, quando questi bulloni non sono ancora ‘inghisati’ e quindi non più accessibili”.

Una volta ricoperti di ghisa, invece, “la torre non può subire danni di stabilità se non con un’azione molto violenta e con l’uso di mezzi meccanici”.

Sta di fatto che l’episodio è un segnale molte grave del clima che si respira sull’isola, in parte alimentato anche da una comunicazione mediatica non certo equilibrata (vedi La guerra dell’Unione Sarda contro le rinnovabili e per il metano).

A metà settembre mappa delle aree idonee sarde

Le proteste, intanto, sono proseguite in tutta l’Isola e domani, 30 agosto, è prevista una nuova manifestazione a Cagliari contro la “speculazione energetica”.

I partecipanti si presenteranno anche davanti la sede della Regione da dove ieri è arrivata la notizia che la mappa delle aree idonee sarà pronta, in una prima bozza, a metà settembre.

Come ricorda l’assessore all’Urbanistica, Francesco Spanedda, la cabina di regia regionale sta definendo un documento tecnico con cui individuare quattro categorie: aree idonee, aree non idonee, aree ordinarie e aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra.

Da questo lavoro, entro metà settembre, deriverà una proposta di legge della Giunta recante le aree individuate, da sottoporre all’esame del Consiglio regionale, chiamato a dare il via libera definitivo entro fine anno, come da decreto ministeriale.

La questione, però, non dovrebbe risolversi così facilmente, visto che oggi l’Unione Sarda parla di “muro contro muro” sempre più acceso tra Regione e alcuni comitati, citando la drastica richiesta fatta da quest’ultimi ai Comuni: adottare delibere in cui si sancisca che la Sardegna non ha aree idonee alle rinnovabili.

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