Dai banchi dell’opposizione nei Consigli regionali di Umbria e Calabria, il Pd rilancia il tema delle moratorie sugli impianti a fonti rinnovabili, aspetto ormai al centro del dibattito sul processo di transizione energetica soprattutto dopo lo stop imposto in Sardegna, dove i Dem sostengono con il M5S la presidente Todde.
In particolare, l’esponente calabrese dei democratici Ernesto Alecci ha depositato una proposta di legge per sancire lo “stop all’eolico selvaggio e all’indiscriminato consumo di suolo”. L’atto reca “Disposizioni urgenti in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio e individuazione delle aree inidonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili”.
In questo modo si ricalca quanto già avvenuto in Sardegna poiché l’obiettivo è sospendere le autorizzazioni di nuovi impianti fino all’approvazione, da parte della Regione, delle aree idonee, come previsto dal relativo decreto Mase (leggi anche Todde sulla moratoria Fer: “Non potevamo bloccare impianti già autorizzati”).
Le contestazioni alla base dell’iniziativa legislativa, riportate in una nota, sono quelle tipiche dell’opposizione “Nimby” ai grandi impianti, riversate su una presunta incompatibilità ambientale, paesaggistica, agraria e turistica.
La proposta di legge segue una precedente mozione sullo stesso tema di Alecci e riflette una logica autonomista sulla produzione di energia: “La Calabria ha già ampiamente favorito la realizzazione sul suolo regionale di impianti eolici ben oltre le reali esigenze di consumo interno da tale fonte energetica”.
La richiesta di moratoria temporanea in Umbria
Toni analoghi arrivano dal Pd dell’Umbria dove la consigliera regionale e capogruppo democratica Simona Meloni chiede una “moratoria temporanea sui nuovi progetti eolici”.
L’invito alla Giunta è di intervenire “quanto prima nell’individuare le aree non idonee per gli impianti eolici industriali, al fine di evitare l’assalto in corso in questi mesi”.
In una nota si fa riferimento “al proliferare di progetti di eolico industriale che prendono di mira i luoghi sensibili del nostro territorio, creando tensioni e preoccupazioni tra le comunità e i cittadini”.
Più nel dettaglio, i timori sono legati a “sei progetti che porterebbero alla creazione di circa sessanta pale eoliche di grande taglia”, oggi in corso di autorizzazione ed elencati dall’associazione Italia Nostra in una segnalazione del 22 agosto: progetto Phobos a Orvieto e Castel Giorgio (Terni) con 7 aerogeneratori (su cui il Tar Umbria, a inizio agosto, ha respinto tre ricorsi); iniziativa Monte Busseto a Nocera Umbra e Valtopina (Perugia), con 10 aerogeneratori; Gualdo Tadino a Gualdo Tadino e Nocera Umbra (Perugia), 10 aerogeneratori; Energia Ecosostenibile a Serravalle di Chienti, Foligno e Nocera Umbra (Perugia), tra i 10 e 12 aerogeneratori; Monte Burano a Foligno (Perugia), 10 aerogeneratori; Lucky Wind a Trevi, Sellano e Foligno (Perugia), 12 aerogeneratori.
Tornando alle dichiarazioni rese ieri dalla capogruppo Pd Alessia Meloni, è stata citata anche “la variabile degli usi civici” dei suoli: “Gran parte di questi terreni sono interessati da questo fenomeno e la conseguente variazione di destinazione d’uso della Regione, senza una generale consultazione pubblica, sarebbe molto lesiva della trasparenza e dei diritti delle comunità locali”, ha detto l’esponente del Pd. Per usi civici si intendono quei diritti spettanti a una determinata collettività, in un dato territorio, per l’usufrutto di terreni generalmente pubblici in caso di pascoli, semine, raccolta di legnami, eccetera (leggi anche Rinnovabili, la Consulta interviene sui terreni con usi civici).
Infine, due proposte precise: partecipazione attiva delle comunità locali nei processi decisionali su autorizzazioni e definizione delle aree idonee; creazione di un comitato interregionale permanente tra Umbria e Marche per monitorare e valutare gli impatti dei progetti eolici industriali.
Parlando di aree confinanti con l’Umbria, si ricorda che anche dal Viterbese sono emerse richieste di moratorie sull’eolico già a maggio.