Rottamare la vecchia caldaia a gasolio con una a pellet grazie al conto termico

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Un case-history di un investimento per una casa indipendente: il proprietario sostituisce un vecchio generatore a gasolio con una stufa a pellet da 35 kW. Il risparmio ottenuto e i vantaggi dell'incentivo del conto termico.

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Il Conto termico nasce con l’obiettivo principale di promuovere e favorire la rottamazione di vecchi impianti obsoleti, inefficienti e inquinanti.

Questi impianti tra l’altro, in taluni casi, possono impattare significativamente sulle bollette energetiche. Quando il costo specifico del combustibile è particolarmente alto e magari strettamente correlato alla volatilità dei prezzi, propria dei combustibili fossili, si rischia di dover pagare un conto energetico elevato.

In questo quadro, il Conto termico è un incentivo decisamente virtuoso, perché si pone l’obiettivo di premiare coloro che fanno una scelta efficiente e sostenibile.

Presentiamo qui il caso concreto di un intervento che rientra perfettamente in questa fattispecie.

Ci troviamo in un comune in provincia di Pisa situato tra la Piana di Lucca e il Valdarno Inferiore dove, in aperta campagna, è situata una casa indipendente.

L’immobile si sviluppa su tre livelli per una superficie utile di circa 250 metri quadrati e un volume riscaldato di circa 700 metri cubi. Il fabbisogno termico è stimato in 30.000 kcal/h (circa 35 kW).

Il proprietario ha deciso di ristrutturare l’impianto termico esistente, sostituendo e rottamando la caldaia a gasolio installata nel 1992 con una potenza nominale di 55 kW.

L’impianto è costituito da un generatore a gasolio che distribuisce il calore ai ventilconvettori presenti in tutti gli ambienti a eccezione dei locali bagno e dei disimpegni dove invece i terminali di emissione sono radiatori in ghisa.

L’impianto, che produce anche acqua calda sanitaria, è costituito anche da un puffer di 650 litri, un boiler in parallelo di 200 litri e un impianto solare termico di 11 metri quadrati.

Il nuovo intervento

In sostituzione della vecchia caldaia a gasolio è stata installata una caldaia a pellet di 35 kW, con un rendimento del 94,7% e livelli emissivi di particolato primario pari a 20 mg/Nm2: il puffer di 650 litri è stato mantenuto.

I principali documenti tecnico-amministrativi predisposti per accedere all’incentivo sono:

  • Il certificato del corretto smaltimento della caldaia a gasolio.
  • La relazione tecnica di progetto corredata degli schemi funzionali di impianto (da conservare per impianti con potenza termica inferiore o uguale a 35 kW).
  • La dichiarazione di conformità dell’impianto alla regola dell’arte.

I vantaggi economici

Per l’installazione di una caldaia a pellet di 35 kW in zona climatica D, con coefficiente premiante pari a 1 (20 mg/ Nm2) l’incentivo è pari a 4.410 euro e viene erogato in un’unica soluzione entro 90 giorni dall’attivazione del contratto con il Gestore dei servizi energetici (Gse).

Il proprietario ha deciso per questo tipo di l’investimento in virtù di un triplice vantaggio:

  • risparmio energetico, sostituendo un generatore a gasolio con uno a biomasse (in questo caso pellet) si ottiene un risparmio derivante dal costo significativamente inferiore del nuovo combustibile utilizzato rispetto al gasolio;
  • incentivo; l’unica possibile barriera all’investimento che poteva essere l’esposizione finanziaria o una ridotta disponibilità economica, è stata abbattuta o comunque notevolmente ridotta grazie alla possibilità di accedere al Conto termico che, tra l’altro, in questo specifico caso eroga l’incentivo (inferiore ai 5.000 euro) in due o tre mesi. In questi casi, l’incentivo si configura (quasi) come un vero e proprio sconto, visti i tempi di erogazione;
  • maggiore sostenibilità ambientale della scelta impiantistica.

Nella tabella sono presentate le somme relative all’investimento iniziale, all’incentivo riconosciuto, ai costi dell’energia prima e dopo l’intervento e ai sovraccosti connessi alla caldaia a pellet.

I maggiori costi derivanti dalla manutenzione della caldaia a pellet e dagli accresciuti consumi di energia elettrica ad essa correlati, vengono ampiamente compensati dai risparmi sul combustibile e dall’incentivo.

Come si vede dal grafico in alto, dopo poco più di tre anni il proprietario dell’immobile è già rientrato dall’investimento e negli anni successivi (con una vita tecnica di almeno 15 anni) potrà godere di un risparmio annuo di 2.120 euro.

Ringraziamo AIEL per l’autorizzazione alla pubblicazione dell”articolo apparso su AGRIFORENERGY (n. 4/2019), rivista tecnica di AIEL Associazione Italiana Energie Agroforestali. L’articolo è a cura di Valeria Verga (Esco Agroenergetica srl).

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