Rinnovabili termiche e comunità energetiche: quali proposte concrete?

Non possiamo accantonare il possibile contributo termico nelle Comunità Energetiche Rinnovabili: un'iniziativa del progetto europeo ConnectHeat sta raccogliendo una serie di azioni concrete per adeguare la normativa vigente.

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Il calore… questo sconosciuto.

Sebbene, anche a livello europeo, riscaldamento e raffrescamento siano responsabili di oltre il 50% dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra, questo sotto-settore del mondo dell’energia è troppo spesso dimenticato, o non adeguatamente considerato, nelle politiche dell’Ue, come in quelle nazionali e a scala locale.

Nonostante la decarbonizzazione degli usi termici e per climatizzazione sia in corso, non è possibile negare che i progressi siano troppo lenti e, infatti, il 75% circa della dell’energia consumata per questi utilizzi è tuttora prodotta con combustibili fossili

Riscaldamento, raffrescamento e transizione energetica

La decarbonizzazione del settore del riscaldamento e raffrescamento è essenziale nella transizione energetica per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei di carbon neutrality al 2050 e questa impellente esigenza ben si amalgama con un enorme potenziale d’intervento per aumentarne l’efficienza energetica e la sostenibilità, sia attraverso interventi per la riduzione dei consumi finali sia attraverso la diffusione di impianti a fonti rinnovabili.

Sfruttando le risorse rinnovabili termiche disponibili localmente (solare termico, biomasse, geotermia, calore di scarto di produzioni industriali), inoltre, è possibile realizzare sistemi efficienti, sostenibili e resilienti di produzione, distribuzione e consumo di calore.

In questo contesto, le reti di teleriscaldamento di piccola e media taglia e con forte caratterizzazione locale, se “di qualità” e cioè ben progettati, realizzati e gestiti, risultano tra le opzioni di intervento più efficaci anche dal punto di vista della redditività economica.

I limiti dell’attuale quadro strategico e normativo sulle CER

Partiamo da lontano: la Direttiva Europea RED II, al momento in fase di revisione, ha introdotto il concetto di Comunità Energetiche Rinnovabili, come sistemi i cui membri collaborano con l’obiettivo di produrre e distribuire energia, attraverso uno o più impianti a fonti rinnovabili, ottimizzando e massimizzando l’autoconsumo.

Come si evince da questa definizione generale, non esiste nessun riferimento specifico a un certo tipo di energia piuttosto che a un altro.

Nonostante ciò, una delle principali lacune nel recepimento della RED II a livello nazionale (non solo in Italia ma in molti altri, se non in tutti, Paesi europei) riguarda le rinnovabili termiche, che non vengono considerate dalla maggior parte delle norme e regolamenti sulle CER.

Le principali esperienze di CER, quindi, si sono fino a oggi sviluppate considerando le sole rinnovabili elettriche.

La realtà racconta una storia diversa: esistono già diverse esperienze in corso sulla fornitura di calore da rinnovabili tramite reti di teleriscaldamento con un coinvolgimento diretto delle comunità locali. Come spesso accade, perciò, gli esempi sul territorio sono già molto più avanti della normativa.

Adeguarsi e farlo in fretta

Da questo contrasto tra realtà e normativa, è evidente come sia necessario adeguare e aggiornare il quadro strategico e legislativo di riferimento per le CER in modo da promuovere e valorizzare opportunamente anche il contributo delle rinnovabili termiche, tenendo però adeguatamente in considerazione gli elementi di innegabile differenza con il settore elettrico.

Tralasciare la parte termica, infatti, significherebbe tagliare fuori un intero settore industriale, nonché una quota rilevante dei consumi degli utenti finali, tra l’altro quella più legata al tema della povertà energetica, in quanto connessa al riscaldamento degli ambienti.

Non si deve dimenticare, infine, anche in un’ottica di innalzamento delle temperature medie, che le reti di teleriscaldamento potranno, e probabilmente dovranno, essere in grado di fornire anche raffrescamento tramite la stessa infrastruttura territoriale.

La lista della spesa

Ciò di cui ora c’è bisogno è uno sforzo congiunto di tutti gli attori della filiera delle rinnovabili termiche per elaborare proposte concrete su come la normativa dovrebbe essere adeguata per tenere in considerazione anche il loro settore.

Proprio a questo scopo, il progetto europeo LIFE ConnectHeat, che si prefigge l’obiettivo di promuovere la diffusione delle rinnovabili termiche nelle comunità energetiche, ha cominciato a elaborare, assieme a diversi altri portatori di interesse, una lista di possibili azioni.

La prima, più ovvia ma non per questo semplice, sarebbe l’inclusione esplicita della fornitura di calore nella normativa delle CER.

Un passo più complesso, poi, è lo studio di un modello ad hoc per permettere, se fattibile, la condivisione virtuale del calore tra i membri di una CER e valutazione di un possibile incentivo sulla quantità di energia termica condivisa. Si tratta, in sostanza, di considerare la possibilità di prosumer termici nelle CER.

Un ventaglio di proposte

Un altro possibile elemento sarebbe quello di prevedere un incentivo addizionale per le “CER elettriche” che includano anche la fornitura di calore tra i loro servizi.

Come strumenti di supporto indiretto un’altra proposta è quella di incentivi sull’utilizzo di biomassa residuale e calore di recupero in reti di teleriscaldamento.

Si può pensare, inoltre, a sistemi che riducano i rischi associati alla realizzazione di un’infrastruttura come la rete di teleriscaldamento prevedendo un fondo di rotazione, un meccanismo di garanzia del prezzo o strumenti finanziari analoghi.

Sempre sul lato finanziario, un’ulteriore attività sarebbe quella di promozione di forme di partecipazione diretta da parte dei consumatori, come la costituzione di cooperative per la gestione della rete o il crowdfunding.

Un adeguato supporto tecnico e organizzativo, inoltre, potrebbe essere fornito agli sviluppatori di una rete di teleriscaldamento associata a una CER e si dovrebbe anche promuovere il ruolo centrale giocato dalle Pubbliche Amministrazioni e dai governi locali soprattutto in termini di pianificazione territoriale e modellizzazione energetica (spatial heat planning), nonché di animazione territoriale e coinvolgimento delle comunità locali tramite attività di comunicazione e sensibilizzazione.

Da non dimenticare, infine, la raccolta, analisi e promozione delle buone pratiche su esperienze di successo di teleriscaldamento da rinnovabili di comunità.

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