Anie accusa il governo: sulle rinnovabili mancano 17 provvedimenti attuativi

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L'associazione di settore Anie Rinnovabili stigmatizza la lentezza della messa in campo del quadro normativo. Mancano all'appello decreti fondamentali come il Fer 2 e il Fer X, per non parlare di quello sulle aree idonee.

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Nonostante la crescita delle rinnovabili in Italia, operatori e associazioni sono preoccupati che il nostro Paese possa arrancare nel tenere il passo della transizione energetica, continuando con questo ritmo e con questo quadro normativo.

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Fer, realizzato da Anie Rinnovabili, associazione di Anie Confindustria, sulla base dei dati Gaudì di Terna, nel 2023 si sono toccati i massimi storici grazie all’installazione di 5.677 MW, di cui 5.234 MW per fotovoltaico, 487 MW per eolico, 41 MW per bioenergie, mentre in controtendenza l’idroelettrico segna -85 MW (116 MW dismessi a fronte di 31 MW di nuove installazioni).

Anie però sottolinea come l’Italia sia lontana dall’obiettivo di 9 GW/anno di nuova potenza rinnovabile da installare fino al 2030.

L’associazione afferma inoltre che il settore non sia sostenuto da un “adeguato quadro normativo”. Su 39 provvedimenti attuativi, 17 devono essere ancora emanati.

Tra questi ci sarebbero alcuni dei provvedimenti più rilevanti: decreti inerenti l’individuazione delle aree idonee onshore e offshore, il decreto di burden sharing, il DM Fer X, il DM Fer 2; e ancora, il decreto che sopprimerà lo scambio sul posto, a cui si aggiungono la piattaforma delle aree idonee e quella degli iter autorizzativi.

Provvedimenti che hanno accumulato un ritardo di circa 2 anni per colpe di questo e del precedente governo.

A metà aprile il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto aveva fornito alcuni aggiornamenti sull’impianto normativo in attivo. La strada per l’approvazione definitiva del decreto Aree idonee dovrebbe essere ancora lunga e, rispetto alla controversa bozza iniziale, il testo sarà adattato per accogliere le zone di accelerazione previste dalla direttiva europea Red 3.

In tempi brevi dovrebbe invece arrivare il dm Fer 2, sul quale sarebbe prossimo il via libera dall’Ue. Mentre il Fer X è già oggetto di un confronto con la Commissione europea, anche se non è ancora stato notificato ufficialmente.

Il settore poi aspetta da tempo altre norme fondamentali, come le regole operative del Gse e le linee guida Crea-Gse in materia di agrivoltaico, il DM Industria 5.0 unitamente al registro Enea per la registrazione delle efficienze dei moduli e delle celle di produttori europei e la piattaforma di Terna per decongestionare la rete dalle richieste di connessioni vetuste o dormienti.

Secondo Anie sarebbero, inoltre, state disattese le aspettative sulle semplificazioni degli iter autorizzativi per gli impianti utility scale. Nonostante il Ministero dell’ambiente abbia provveduto ad autorizzare gli impianti, questi non hanno ricevuto il nulla osta dal Ministero della Cultura.

L’associazione si scaglia poi contro la “presa di posizione di alcune Regioni”. Un riferimento non tanto velato alla decisione della Sardegna di approvare una moratoria sulle rinnovabili in attesa del decreto aree idonee.

L’auspicio di Anie Rinnovabili è che “si possano acquisire elementi di maggior chiarezza e di maggior certezza, affinché la filiera delle fonti rinnovabili possa continuare nel suo percorso di solida crescita e contribuire a traguardare la decarbonizzazione di cui il Paese necessita”.

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