“A chi vende impianti fotovoltaici suggerirei di venderli non solo come una autoproduzione di energia elettrica, ma anche nell’ottica proprio del benzinaio”.
È questo il consiglio di Wolfram Sparber, capo dell’istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research, che ha appena condotto un’analisi comparativa dei vantaggi offerti dal fotovoltaico al servizio della mobilità elettrica.
“Guardandolo così, il paragone di costo che si fa è nettamente diverso. Non confronto il chilowattora autoprodotto con quello comprato dalla rete, ma confronto il kWh autoprodotto con un litro di benzina o di diesel comprati dal benzinaio”, ha detto Sparber a QualEnergia.it.
I proprietari di veicoli elettrici che hanno una stazione di ricarica nel proprio garage o parcheggio ricaricano prevalentemente a casa, piuttosto che alle colonnine messe a disposizione dalle utility, anche se magari gli impianti di ricarica di casa sono meno potenti e impiegano più tempo. Le quote di chi ricarica l’auto elettrica a casa vanno dal 75% a oltre il 90% secondo gli studi più recenti.
Sulla base di tale osservazioni sul campo, si può mettere a confronto la ricarica casalinga sia con la ricarica fatta presso le colonnine delle utility che con i rifornimenti di carburanti tradizionali erogati presso le stazioni di servizio, ci ha detto Stefano Osti, ricercatore di Eurac.
Il costo della ricarica presso le infrastrutture delle utility o di altre aziende di settore è in media di circa 0,40 €/kWh, con oscillazioni comprese fra 0,35 e € 0,79 al kWh, come si può vedere nella tabella. “Si tratta di un prezzo ancora relativamente alto”, ha aggiunto Osti (vedi “Auto elettriche: il Far West delle ricariche pubbliche“)
I prezzi medi di benzina e diesel, aggiornati al rialzo dopo gli ultimi rincari dovuti alle strozzature logistiche e di produzione seguite alla pandemia, sono stati stimati, rispettivamente, a circa € 1,62 e 1,75 euro al litro.
L’analisi di Eurac ha considerato vari scenari in base alla latitudine e alla producibilità solare fotovoltaica in Italia.
Prendendo come riferimento un impianto fotovoltaico situato a Roma, con una producibilità media di 1.350-1.400 kWh l’anno per kWp, a metà strada fra i 1.100-1.200 kWh di Bolzano e i 1.500-1.600 kWh di Palermo, la società di ricerca altoatesina ha stimato per l’energia solare così prodotta il costo attualizzato (Lcoe, cioè i costi totali dell’impianto durante la sua vita utile rapportati all’energia prodotta nello stesso periodo) su un periodo di 20 anni.
Eurac ha calcolato lo Lcoe del solo impianto fotovoltaico, non abbinato cioè ad un sistema domestico di accumulo, a 0,075 €/kWh, mentre lo Lcoe di un impianto fotovoltaico servito da uno storage elettrico è risultato di 0,109 €/kWh.
Questi “costi livellati” dell’energia fotovoltaica casalinga si possono confrontare con un prezzo dell’energia elettrica prelevata dalla rete da un consumatore domestico tipo di 0,30 €/kWh; anche questo dato è aggiornato secondo gli ultimi rincari delle bollette elettriche (dati Arera).
Sul versante automobilistico dell’analisi, Eurac ha stimato un consumo per il segmento medio di 0,15 kWh/km per i veicoli elettrici e di 0,05 l/km per auto diesel. Si è considerato in questo caso il diesel, perché ha costi inferiori alla benzina e risulta quindi un termine di paragone più sfidante per il rifornimento elettrico e più favorevole ai motori a combustione interna.
Vediamo quindi la tabella riassuntiva dei risparmi annui stimati da Eurac per un veicolo elettrico di fascia media rispetto ad un veicolo a gasolio, in base a diversi scenari di prelievo elettrico.
“Da notare che tali risparmi sono solo lato carburante, senza cioè considerare gli ulteriori risparmi che si avrebbero con le auto elettriche sulla manutenzione e le tasse rispetto alle auto a benzina o gasolio”, ha specificato il ricercatore di Eurac.
Come si può vedere, su una percorrenza media annua di 15.000 km, un’auto elettrica di segmento medio consente risparmi annuali compresi fra 195 e 1.005 euro rispetto al diesel.
Il risparmio maggiore si ha nel caso di una configurazione con solo impianto fotovoltaico casalingo, per un costo al chilometro di soli 1,3 centesimi di euro. Un beneficio che andrebbe ad aumenterebbe ulteriormente se si percorressero più chilometri all’anno e se si considerasse come parametro la benzina.
Nel caso in cui l’impianto fotovoltaico sia servito da un sistema di accumulo domestico, il risparmio è di poco inferiore, e cioè di 930 euro. Via via che si preleva più energia dalla rete pubblica o dai sistemi di ricarica delle utility, il risparmio annuo si assottiglia, rispetto alla possibilità di prelevare energia dal proprio impianto fotovoltaico di casa, dell’ufficio o della propria piccola impresa.
A conti fatti, il risparmio consentito dall’autoricarica effettuata col proprio impianto fotovoltaico domestico è oltre 5 volte maggiore in confronto a quello ottenibile ricaricando un veicolo presso le colonnine pubbliche.
“L’impatto per un’azienda che ha diversi furgoni o veicoli, che di solito percorrono molti più chilometri del nostro esempio, sarebbe ancora più importante”, ha fatto notare Sparber.
“Il fotovoltaico, con o senza accumulo, non subisce il cambio di prezzo dell’energia elettrica e uno dei vantaggi di un impianto soalre, che non viene solitamente monetizzato, è proprio quello di renderci indipendenti dalle fluttuazioni di prezzo che come vediamo sono abbastanza sostanziose. E il vantaggio economico aumenta anche in virtù del fatto che crescono i prezzi dei combustibili”, ha concluso Osti.