Quella narrazione positiva sul gas che fa a pugni con la crisi climatica

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Un nuovo rapporto di InfluenceMap ha analizzato la strategia comunicativa della IGU (International Gas Union), mettendo a nudo tutto il suo greenwashing.

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Le aziende del gas cercano di diffondere messaggi positivi su questa fonte energetica, con strategie di comunicazione palesemente improntate al greenwashing.

Provano cioè a far credere ai decisori politici e alla pubblica opinione che il gas, in generale, può essere green, anche se in realtà le aziende continuano a investire massicciamente nelle tradizionali attività legate al gas fossile. Mentre il gas verde rimane, almeno per il momento, una nicchia.

Sono le principali considerazioni che emergono dal nuovo rapporto di InfluenceMap, think tank indipendente basato a Londra, intitolato The International Gas Union’s Climate Strategy (link in basso).

Lo studio ha esaminato una serie di documenti strategici della IGU (International Gas Union), che raggruppa più di 160 membri nel mondo, tra cui colossi come Eurogas, Shell, TotalEnergies, ExxonMobil e la nostra Eni.

In pratica, spiega InfluenceMap, le aziende fossili hanno cercato di ridefinire il ruolo del gas nel quadro della crisi climatica, adattando le loro strategie di comunicazione in base al livello di “coscienza ambientale” nei diversi Paesi e mercati.

Consapevole che il dibattito sul clima può mettere in forte difficoltà il settore del gas, la IGU ha cercato negli ultimi anni di costruire una narrazione positiva sul gas, incentrata ad esempio sul concetto di greening; si veda anche lo schema qui sotto, tratto dal rapporto.

I documenti analizzati sono di vario tipo: presentazioni del comitato esecutivo della IGU, rapporti sulle attività dei membri, comunicazioni interne, playbook con le tattiche comunicative e di lobbying. Decine di file sono stati resi disponibili sul sito web della stessa organizzazione prima di essere rimossi.

Secondo Faye Holder, responsabile del programma InfluenceMap, questi documenti “rivelano la strategia di rebranding del settore per promuovere il gas come fonte verde, nonostante gli avvertimenti sempre più urgenti degli scienziati del clima”.

La strategia prevede di screditare e ostacolare le azioni per il clima nelle principali economie, prendendo di mira istituzioni come le Nazioni Unite, il G20, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, diverse banche per lo sviluppo regionale.

La IGU, si legge nel rapporto, ha anche cercato di sviluppare relazioni con partner nei media (tra cui Financial Times, Reuters, The Wall Street Journal e Bloomberg), nelle organizzazioni ambientaliste (tra cui Environmental Defense Fund e Rocky Mountain Institute) e nelle società di consulenza (tra cui Boston Consulting Group e Oxford Institute for Energy Studies).

Obiettivo era sempre quello di aumentare la sua leadership e credibilità in campo energetico.

Anche dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la narazzione positiva sul gas è proseguita con nuovi messaggi. Ad esempio le industrie americane oil & gas hanno enfatizzato i vantaggi per la sicurezza energetica globale derivanti da un maggiore impiego di Gnl (gas naturale liquefatto).

In Europa, invece, la comunicazione della lobby del gas si è concentrata sul dipingere complessivamente il gas come “ecologico”, presentando il gas fossile come parte di una più ampia categoria di combustibili che comprende i gas decarbonizzati o a basse emissioni di CO2 (low carbon).

In sostanza, si è cercato di allungare la coperta del gas, includendo vari combustibili alternativi, tra cui idrogeno e biometano, al fine di convincere i decisori politici che i gas cosiddetti “rinnnovabili” o verdi avranno un ruolo significativo nel mix energetico europeo.

È quindi una strategia di difesa (dalle politiche per il clima che potrebbero sminuire il ruolo futuro del gas) e di contrattacco (presentare il gas come verde evidenziandone i vantaggi).

Tuttavia, come osserva la stessa International Energy Agency (Iea), bisogna prediligere gli investimenti in efficienza e fonti rinnovabili per superare la crisi energetica. Continuare a puntare su asset fossili, compresi quelli del gas, è una scelta perdente sul medio-lungo periodo.

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