Quanto suolo consuma il fotovoltaico in Italia? Dati e ipotesi nel rapporto Ispra

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Puntando su terreni incolti/abbandonati e agrovoltaico si minimizzano gli impatti delle nuove installazioni FV.

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Quanto suolo ha già utilizzato il fotovoltaico in Italia e quanto ne dovrà ancora consumare?

Nuovi dati sulla questione arrivano dal nuovo rapporto Ispra 2022 su consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici (link in basso).

Vi si legge che gli impianti FV a terra oggi occupano oltre 17.500 ettari di terreno, per una potenza totale superiore a 9 GW, in particolare in Puglia (6.123 ettari, con circa il 35% di tutti gli impianti nazionali), Emilia-Romagna (1.872) e Lazio (1.483).

Dai dati Gse, sappiamo che il 36% della potenza fotovoltaica complessiva a fine 2021 (poco più di 8 GW) è rappresentata da impianti a terra; in media, la superficie lorda occupata da ogni MW installato è pari 1,9 ettari.

Le ipotesi Ispra

Gli scenari futuri della transizione energetica, evidenzia il documento (neretti nostri nelle citazioni), “prevedono un importante aumento nei prossimi anni di questa tipologia di consumo, stimato in oltre 50.000 ettari, circa 8 volte il consumo di suolo annuale“. Ciò nella ipotesi di realizzare con il solo fotovoltaico (36% a terra e 64% su tetti e coperture) tutti i 75 GW incrementali di rinnovabili al 2030 previsti dal Piano italiano per la transizione ecologica.

Nel 2021, le coperture artificiali nel loro insieme (edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e altro ancora), hanno fatto perdere in media circa 19 ettari al giorno di aree naturali e agricole, il valore più alto negli ultimi dieci anni, per un totale di quasi 7mila ettari.

Tuttavia, si sottolinea, “sfruttando gli edifici e i fabbricati già esistenti, sarebbe possibile ridurre il consumo della risorsa suolo. È stata stimata, infatti, una superficie potenzialmente disponibile per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti compresa tra 75.000 e 99.000 ettari, sufficiente ad ospitare nuovi impianti fotovoltaici per una potenza complessiva compresa tra 70 e 92 GW, un quantitativo sufficiente a coprire l’aumento di energia rinnovabile”.

Dai dati emerge che i nuovi impianti fotovoltaici installati a terra nel 2021 hanno richiesto circa 70 ettari di suolo per circa 37 MW di potenza, contro 242 ettari rilevati nel 2020 e 246 nel 2019.

I rapporti statistici del Gse, si spiega, confermano che il 2021 “ha registrato una flessione decisa dell’entrata in servizio di nuovi grandi impianti superiori a 5 MW” (129 MW aggiunti nel 2020 e 28,7 nel 2021, si veda qui), e questa tendenza “a progettare i nuovi impianti con dimensioni compatibili con una localizzazione non a terra è senza dubbio un aspetto positivo da evidenziare, in ottica dello sfruttamento dei tetti degli edifici e dei fabbricati più grandi”, prosegue il rapporto Ispra.

In tema di previsioni sul consumo di suolo per nuovi impianti FV, si precisa poi che “le superfici coinvolte dipendono dalla quota della nuova energia da produrre che verrà affidata al solare fotovoltaico e dal rapporto tra impianti che saranno realizzati a terra e impianti che saranno realizzati su coperture”.

Il contesto: le valutazioni di Terna e di Elettricità Futura

Per contestualizzare gli impatti del fotovoltaico, va detto innanzi tutto che il consumo di suolo associato agli impianti FV è reversibile, in quanto gli impianti possono essere facilmente rimossi alla fine della loro vita utile.

Inoltre, come sottolineato anche da Terna in un recente webinar organizzato da Elettricità Futura, il problema della disponibilità del suolo non esiste da un punto di vista tecnico, perché in Italia ci sono 1,2 milioni di ettari di superficie agricola non utilizzata.

Secondo le stime di Elettricità Futura, per sviluppare gli 85 GW di rinnovabili di cui si avrebbe bisogno in Italia al 2030 per decarbonizzare il mix elettrico, stando ai target del piano REPowerEU, si occuperebbe appena lo 0,3% del suolo nazionale (meno di un terzo del suolo occupato da piazzali e parcheggi) e solamente lo 0,6% della superficie agricola nazionale, ciò nella teorica ipotesi di costruire gli impianti solo su aree agricole.

Oltre al fotovoltaico su terreni incolti/abbandonati, esiste un potenziale enorme nelle nuove configurazioni di agrovoltaico, cioè impianti FV che consentono di continuare a svolgere le attività agricole e di allevamento.

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