Progettare in modo sostenibile edifici e quartieri in Africa

Un manuale per la progettazione di edifici nelle città dell’Africa dell’Est. Curato da UN Habitat, realizzato con la collaborazione di Federico Butera, professore emerito del Politecnico di Milano.

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I consumi energetici dell’edilizia incidono molto nel contesto generale della domanda di energia nell’Africa subsahariana.

Non solo perché rappresentano il 60% dei consumi di quei paesi, ma perché sono destinati a crescere notevolmente con l’espansione dei centri urbani. Attualmente nelle città i consumi di energia aumentano ad un ritmo annuo del 7%, una tendenza destinata a continuare, considerando che gli edifici che verranno costruiti nei prossimi trent’anni rappresenteranno il 75% del patrimonio edilizio.

Una situazione quindi molto differente rispetto a quella dei paesi europei nei quali la nuova edilizia sarà molto contenuta e a consumo energetico quasi azzerato.

Se quindi si continuerà a costruire come fatto finora, la domanda di energia esploderà aggravando i problemi della bilancia dei pagamenti e della sicurezza energetica. Ma questo destino insostenibile non è scontato.

Il dato di partenza vede il 60% degli abitanti degli agglomerati urbani in condizioni precarie dal punto di vista energetico, costretti ad usare legna e carbonella per far da mangiare e a pagare più della media per approvvigionarsi di energia.

Si impone quindi una progettazione molto diversa rispetto a quella attuale, arrivando fino a far diventare gli edifici produttori netti di energia, a migliorare la vivibilità anche grazie all’attenzione estesa ai nuovi quartieri.

A supporto di questo cambiamento è stato recentemente pubblicato da Habitat, l’agenzia delle Nazioni Unite nata per favorire un’urbanizzazione socialmente e ambientalmente sostenibile e basata a Nairobi, un manuale per la progettazione di edifici nelle città e nei climi dell’Africa dell’Est con la collaborazione di Federico Butera, professore emerito del Politecnico di Milano (308 pp., scaricabile intregralmente – allegato in basso).

L’obiettivo del manuale è quello di fornire agli architetti tutte le conoscenze di base necessarie per interagire positivamente con gli esperti di energia e gli impiantisti per una progettazione mirata a garantire una buona vivibilità con consumi energetici limitati, un uso ampio delle rinnovabili e il riuso delle acque piovane.

Il tutto recuperando i principi delle progettazioni tradizionali innestandoli alle innovazioni che le attuali tecnologie consentono.

Seguire queste indicazioni consentirà non solo di ridurre i consumi e migliorare il comfort termico, ma di limitare i costi di costruzione. Si potrà quindi realizzare un maggior numero di edifici a parità di investimenti e gli inquilini avranno bollette più leggere.

L’attenzione di UN Habitat si è allargata anche alla pianificazione urbana, perché l’orientamento delle strade, l’altezza degli edifici, la presenza del verde, sono tutti elementi decisivi per favorire ombreggiamento, ventilazione e sfruttamento della radiazione solare necessari per ottenere risultati ambientalmente sostenibili. Una scelta non sempre semplice perché si tratta, ad esempio, di ottimizzare gli orientamenti delle strade e la presenza di aree verdi in modo da favorire la ventilazione degli ambenti interni e l’utilizzo del contributo solare.

L’obbiettivo di UN Habitat in collaborazione con i governi dell’Africa orientale è quello di realizzare 400.000 edifici che corrispondono a questi criteri di sostenibilità.

Il manuale di UN Habitat

Scarica anche il report “Sustainable Building Design for Tropical Climates” (2015)

Articolo pubblicato sul numero di ottobre della rivista Nigrizia

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