Post Coronavirus: Milano si prepara già a una “nuova normalità verde” col suo Piano Zero

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Il punto del Chief Resilience Officer del Comune di Milano sul modo in cui il capoluogo lombardo sta affrontando oggi l'emergenza-pandemia, guardando già al futuro.

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La risposta del Comune di Milano al Coronavirus è articolata in tre fasi: gestione dell’emergenza, sostegno per coloro che non sono contagiati ma si trovano in quarantena e una task force incaricata di studiare il cosiddetto “Piano Zero“, per quando l’emergenza sarà finita.

Questo in estrema sintesi è quanto ha indicato Piero Pelizzaro, Chief Resilience Officer del Comune di Milano, in un recente webinar organizzato dal Global Resilient Cities Network (GRCN) e dalla Banca Mondiale.

“La città sta lavorando per prevedere la fase post-emergenza, al fine di mitigare le conseguenze e i danni del dopo-Coronavirus. Allo stesso tempo, il Comune sta pensando al lungo termine: cosa possiamo imparare da questa esperienza?Come aumentare la resistenza della città agli shock epidemici?”, ha detto Pelizzaro nella presentazione.

Le misure immediate comprendono la chiusura degli spazi pubblici, il lavoro a distanza, l’annullamento delle restrizioni al traffico e dei pedaggi, lo spostamento online dei servizi cittadini dove possibile, la sospensione di alcune tasse e molto altro ancora.

“Stiamo affrontando la prima crisi, ma non è l’unica”, ha detto Pelizzaro. “Alla fine di questa emergenza, avremo una seconda crisi – economica e sociale. Non possiamo aspettare la fine della prima fase per iniziare a pensare a come rispondere a questa seconda crisi, perché potrebbe essere ancora più grande di quella che stiamo affrontando in questo momento,” ha aggiunto.

I tre pilastri del “Piano Zero” di Milano sono il green wayfinding, le infrastrutture digitali e la transizione ambientale.

Milano aveva già in programma di piantare tre milioni di nuovi alberi in città entro il 2030, per combattere il cambiamento climatico e migliorare la qualità dell’aria.

L’iniziativa di rimboschimento e di orientamento pedonale realizzata tramite la messa a dimora in posizioni strategiche di nuovi alberi e arbusti a distanza di almeno un metro l’uno dall’altro è un esempio di come l’emergenza possa aiutare le città, sia sul piano pratico che simbolico, a ripensare il design in modo più umano, ha detto Pelizzaro.

Ora che “tutta la nostra vita si basa su internet”, con la pandemia che ha indotto milioni di persone a lavorare da casa in tutto il mondo, ci potrebbe essere un passaggio a un’infrastruttura digitale più pubblica, ha indicato il responsabile della resilienza del Comune di Milano.

Pelizzaro ha quindi elogiato gli sforzi del settore privato, comprese le aziende di consegna, che hanno contribuito a far arrivare cibo alle persone isolate, e le società della sharing economy come Airbnb, che si sta preparando a ospitare operatori sanitari e cittadini convalescenti che non possono rimanere a casa a causa della quarantena.

La pandemia ha anche evidenziato la necessità di meccanismi che garantiscano che il settore privato sia capace e pronto a passare da un tipo di produzione all’altro, ha detto Pelizzaro.

Ad esempio, diverse aziende produttrici di profumi e birrerie stanno ora producendo gel igienizzante per le mani, ma in alcuni casi la transizione è durata troppo a lungo, ha detto Pelizzaro, aggiungendo che “dobbiamo smetterla di pensare per compartimenti stagni“.

Da quando l’Italia è entrata in quarantena, i livelli di NO2 sono scesi di circa il 40% a Milano, secondo l’Agenzia Spaziale Europea, e anche altre emissioni nocive sono calate drasticamente.

I risultati ambientali circa la riduzione delle emissioni di CO2 fanno emergere un barlume di “buone notizie da questa terribile situazione” e possono guidare la riflessione “su quello che potrebbe essere il futuro del globo e delle nostre città”, ha detto Pelizzaro.

“Dobbiamo ripensare il nostro modo di muoverci; dobbiamo ripensare l’economia”, ha dichiarato. “E c’è un’enorme opportunità di creare un grande programma di investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica“, che potrebbe favorire il raggiungimento degli obiettivi ambientali.

Una domanda chiave, di cui nessuno di noi ha ancora la risposta, è quando le cose torneranno alla normalità.

Ci sono due livelli di fiducia, ha detto Pelizzaro: “La fiducia istituzionale nell’affrontare l’emergenza e poi tornare alla normalità… e anche la fiducia emotiva. Questa fiducia umana è un elemento essenziale del ‘Piano Zero'”.

Pelizzaro ha esortato tutte le città a cominciare a pensare già ora ad azioni che preparino le persone a riunirsi di nuovo negli spazi pubblici, senza essere spaventate, quando arriverà il momento.

“Non dobbiamo guardare solo alla tecnologia o alla salute. Dobbiamo guardare su quello stesso piano anche all’azione emotiva e psicologica, dando loro lo stesso livello di importanza”, ha indicato.

Dopo aver delineato le azioni principali che Milano sta attuando per contrastare il coronavirus, Pelizzaro ha detto che “non è ancora abbastanza, dobbiamo fare di più”, ma ha concluso invocando lo slogan che appare sui tanti striscioni appesi alle finestre di Milano e di tutta Italia: “Andrà tutto bene“.

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