Come e perché ripensare gli incentivi nel settore dei trasporti

Puntare su una nuova articolazione degli incentivi per il settore dei trasporti: riequilibrio modale e più competitività per il sistema industriale. Un articolo del presidente di Finanza, Innovazione e Trasporti (FIT).

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In Italia, il sistema dei trasporti riveste un ruolo cruciale, non solo per la sua funzione logistica, ma anche come leva strategica per sostenere la competitività dell’intero sistema industriale.

L’attuale articolazione degli incentivi, pur orientata alla sostenibilità, ha spesso mancato l’obiettivo di generare un’effettiva svolta modale, lasciando irrisolte questioni fondamentali che limitano la capacità del settore di adattarsi a un modello di mobilità più sostenibile e intermodale.

È quindi necessario ripensare la struttura degli incentivi e ridefinire la cornice strategica in modo da coniugare l’efficienza logistica con la riduzione delle emissioni.

È giunto il momento di superare una logica di incentivi generici e di passare a un sistema più mirato, in grado di premiare le aziende che realmente contribuiscono alla sostenibilità del settore.

Una nuova articolazione degli incentivi è un passo cruciale per avvicinare il sistema dei trasporti italiano a quello dei principali Paesi europei, favorendo al contempo la crescita del sistema industriale nazionale.

Investire nella sostenibilità significa, infatti, investire nella competitività del Paese, in un contesto sempre più orientato a ridurre le emissioni e ottimizzare le risorse disponibili.

Riequilibrio modale come priorità nazionale

L’Italia è chiamata a definire una cornice strategica nazionale che non si limiti a incentivare singoli progetti, ma che metta in relazione le principali priorità economiche e ambientali del Paese.

Gli obiettivi sono chiari: ridurre l’impatto ambientale, migliorare l’efficienza logistica, e consolidare la competitività del sistema produttivo nazionale.

L’efficacia di un tale programma dipende, però, da un cambio di paradigma, dove gli incentivi vengono concepiti come strumenti per favorire l’adozione di mezzi e infrastrutture a basso impatto ambientale per tutti i vettori: marittimo, ferroviario, aereo e stradale.

In questo contesto, è essenziale introdurre un sistema di premialità proporzionali al risparmio energetico effettivamente raggiunto.

Adottare un sistema di incentivi mirato permette di evitare che settori con alte emissioni continuino a ricevere sovvenzioni senza contribuire al processo di transizione. Al contrario, le imprese che dimostrano una riduzione misurabile delle emissioni – per esempio, attraverso la sostituzione di flotte a combustibili fossili con veicoli elettrici o a idrogeno – devono ricevere maggiore sostegno.

La sfida della competitività: un approccio integrato

Un’altra leva fondamentale è la competitività del sistema industriale italiano. Per mantenere il passo con gli altri Paesi europei, l’Italia deve favorire la complementarità tra i vari modi di trasporto.

In particolare, è necessario sviluppare un sistema integrato che incentivi l’uso combinato di strada, ferrovia e vie d’acqua, in modo da ottimizzare l’efficienza logistica e ridurre la congestione stradale e l’inquinamento atmosferico. Un pacchetto di incentivi ad hoc per i sistemi intermodali potrebbe rappresentare la svolta decisiva.

Premiare le aziende che riescono a integrare nella loro logistica il trasporto ferroviario e marittimo non significa solo ridurre il traffico su strada, ma anche aumentare la competitività del sistema produttivo nazionale, in linea con le esigenze di sostenibilità dell’Unione Europea.

Il monitoraggio degli impatti e l’accountability

Per rendere il sistema di incentivi effettivo e orientato agli obiettivi, è essenziale disporre di un sistema di monitoraggio basato su indicatori di riequilibrio modale.

Il monitoraggio consente di misurare in modo chiaro l’impatto ambientale, distinguendo le aziende che operano una reale transizione verso pratiche di trasporto sostenibili. Solo le aziende che riescono a dimostrare un’effettiva riduzione del proprio impatto ambientale attraverso il riequilibrio modale devono accedere agli incentivi previsti.

Questa visione consente non solo una valutazione continua dei risultati raggiunti ma anche una maggiore trasparenza nell’assegnazione delle risorse pubbliche.

Inoltre, un sistema di incentivi basato sui risultati stimola le aziende ad adottare strategie sostenibili, poiché sanno che il loro impegno sarà misurato e premiato.

L’industria come motore di sostenibilità

Gli incentivi per il settore trasporti devono quindi rappresentare una leva strategica per sostenere la competitività del sistema produttivo italiano, puntando soprattutto sulle filiere industriali che maggiormente si avvalgono di servizi logistici avanzati.

Questi settori non solo beneficiano di una logistica efficiente, ma possono diventare essi stessi promotori di un trasporto più sostenibile, integrando modalità di trasporto complementari e sostenendo, per esempio, la diffusione di infrastrutture dedicate.

L’integrazione di mezzi a basso impatto ambientale nelle catene di approvvigionamento è non solo una sfida, ma anche un’opportunità per l’Italia di posizionarsi come leader nella transizione ecologica dei trasporti.

Il sostegno economico ai settori più virtuosi – come le aziende che adottano mezzi a basso impatto ambientale o integrano con successo il trasporto ferroviario nelle loro rotte – rafforza l’intero comparto industriale, rendendo l’Italia più competitiva a livello europeo e globale.

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