Produrre idrogeno con le fonti rinnovabili, in modo efficiente e poco costoso, è una delle frontiere ancora poco battute nella transizione energetica dai combustibili fossili alle tecnologie pulite.
L’idrogeno, al pari di altre soluzioni come il power-to-gas (P2G), sta entrando sempre di più nel dibattito su come realizzare un’economia a “impatto climatico zero” come previsto dalla strategia Ue al 2050 presentata nei giorni scorsi (vedi anche QualEnergia.it con le recenti dichiarazioni del commissario Miguel Arias-Cañete su questi temi).
Anche l’Italia è particolarmente attenta agli sviluppi futuri in questo campo.
Intervenuto a un evento organizzato dal ministero dello Sviluppo economico presso l’Accademia Navale di Livorno – sono stati presentati i risultati delle ricerche del Network Clypea su diverse tecnologie innovative per l’energia, tra cui l’idrogeno – il sottosegretario del MiSE, Davide Crippa, ha rimarcato che è necessaria “un’azione di raccordo per un mercato globale dell’idrogeno dove sarà centrale il ruolo dell’Unione Europea per coordinare gli sforzi”.
“Consideriamo prioritaria – ha aggiunto Crippa – la produzione di idrogeno green da fonti rinnovabili, utilizzando il processo di elettrolisi”.
Evidente il riferimento del sottosegretario alle recenti aperture fatte dal governo italiano per sostenere le attività internazionali di ricerca e sviluppo in questo settore, in occasione dell’Hydrogen Energy Ministerial Meeting di Tokyo e del consiglio informale sull’energia che si era svolto a settembre in Austria, con il lancio dell’Hydrogen Initiative europea volta a incrementare gli investimenti per l’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico nei trasporti e per lo stoccaggio di energia.
Difatti, si legge in una nota stampa sull’evento livornese (neretti nostri), “la possibilità di essere efficacemente stoccato, anche in grandi quantità, e di poter essere prodotto attraverso processi sostenibili […] che riducono le emissioni in atmosfera, come l’elettrolisi dell’acqua, sono caratteristiche che rendono l’idrogeno un elemento peculiare nell’ottica dell’economia circolare e come vettore energetico ideale per la definitiva integrazione con le fonti rinnovabili”.
Il Network Clypea, che riunisce enti di ricerca e università, conclude la nota, “vede l’idrogeno al centro di ricerche sulla riutilizzazione di infrastrutture presenti in mare per l’impiego di idrogeno a larga scala, per la produzione in situ, la conservazione e il trasporto attraverso facilities esistenti, oltre che per il mantenimento dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e per la sua immissione nel sistema di distribuzione, attraverso la conservazione e lo stoccaggio del surplus energetico”.