Perché l’Europa vuole abolire il cambio tra ora solare e ora legale

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Da una recente consultazione pubblica nei 28 Stati membri è emerso che l’84% dei partecipanti è favorevole a eliminare gli spostamenti avanti e indietro delle lancette ogni sei mesi. La Commissione Ue proporrà una modifica della legislazione vigente. I dati di Terna sui risparmi energetici in Italia.

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L’Europa abolirà il cambio dell’ora legale/solare?

Contro lo spostamento delle lancette dell’orologio ogni sei mesi, si sono espressi i cittadini dei 28 Stati membri che hanno partecipato al sondaggio online condotto dalla Commissione Europea tra il 4 luglio e il 16 agosto. La maggioranza dei rispondenti, infatti, ha bocciato l’attuale sistema orario.

Le risposte pervenute dalla consultazione pubblica, informa una nota di Bruxelles, sono 4,6 milioni in totale: l’84% delle persone coinvolte si è detto favorevole a eliminare la modifica biennale dell’orario, mentre il 74% ritiene che tale cambio sia un’esperienza “negativa” o “molto negativa” per una serie di ragioni (impatti sulla salute umana, aumento degli incidenti stradali, mancanza di risparmi energetici).

La consultazione, chiarisce la nota, fa seguito a una risoluzione del Parlamento Ue di febbraio 2018, che chiedeva per l’appunto alla Commissione di valutare la revisione dell’alternanza tra ora legale/solare, disciplinata dalla direttiva 2000/84/CE.

Il presidente dell’esecutivo Ue, Jean Claude-Junker, ha quindi annunciato che la Commissione andrà incontro al volere dei cittadini, formulando una proposta legislativa al Parlamento e al Consiglio per introdurre nuove disposizioni.

Un orario unico sarebbe più conveniente?

In base alla legislazione vigente, ricordiamo, tutti gli europei devono spostare le lancette avanti di sessanta minuti l’ultima domenica di marzo (ora legale), per poi riportarle indietro di sessanta minuti l’ultima domenica di ottobre (ora solare).

Secondo i dati di Terna diffusi lo scorso marzo, prima del passaggio all’ora legale in Italia, nei sette mesi successivi il nostro paese avrebbe risparmiato circa 562 milioni di kWh (equivalenti al fabbisogno medio annuo di 200.000 famiglie italiane).

Questo grazie soprattutto all’accensione ritardata della luce artificiale negli uffici e nelle abitazioni nei mesi di aprile e ottobre, in cui le giornate sono più “corte” in termini di luce naturale e quindi è maggiore il beneficio dello spostamento in avanti dell’orologio.

Dal 2004 al 2017, sempre secondo Terna, il minor consumo di elettricità dovuto all’ora legale è stato complessivamente pari a circa 8 miliardi e 540 milioni di kWh, corrispondenti alla domanda elettrica annuale di una regione come la Sardegna.

Tra un paio di mesi, precisamente nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, dovremo spostare nuovamente le lancette indietro di un’ora: sarà proprio l’ultima volta?

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