Per un investimento solare a lungo termine serve qualità

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I costi per l'installazione di un impianto fotovoltaico non sono mai stati così bassi e la tecnologia solare non è mai stata così efficiente, potente o allettante. Tuttavia, non tutti i moduli solari sono uguali, e in questo nuovo panorama post-MIP vale la pena prestare particolare attenzione alla qualità del fotovoltaico che cerchiamo, scrive Marco Dona, responsabile vendite Italia presso Hanwha Q CELLS.

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Articolo di Marco Dona, responsabile vendite di QCells (nella foto)

Tra i molti incoraggianti sviluppi osservati nell‘industria solare nell’ultimo decennio – i costi in continua diminuzione, la diffusione a livello globale e l’evoluzione degli impianti di stoccaggio – uno dei più apprezzati è probabilmente l‘aumento della domanda di qualità sul mercato.

L’aumento degli standard di qualità nel solare fotovoltaico non si traduce semplicemente in moduli dall’aspetto più gradevole e in una minore necessità di manutenzione. L’incredibile capacità del settore di ridurre i costi e allo stesso tempo aumentare le capacità tecnologiche può essere eguagliata solo dal settore della telefonia mobile.

Giorno dopo giorno, l’energia solare sta diventando sempre più competitiva nei confronti delle fonti energetiche tradizionali. E la meta di questo viaggio è una sola: l’annullamento dei costi elettrici grazie all’energia da fotovoltaico.

Questo futuro verde e pulito – un futuro a inquinamento zero, con veicoli elettrici silenziosi e un ambiente di vita urbano più intelligente – può diventare realtà solo se i componenti FV installati oggi offriranno ai consumatori una sicurezza nei risultati e una funzionalità invariata nel tempo, a due o a venti anni dall’acquisto. I moduli più economici possono garantire buoni profitti nei primi anni, ma ripotenziamenti, ristrutturazioni o lavori di riparazione a distanza di anni non solo pesano sul portafoglio, ma compromettono la fiducia dei consumatori, spesso in modo irreparabile.

Fortunatamente, gli standard di produzione nell’industria solare sono migliorati in maniera significativa, e non solo in Europa, Giappone e Stati Uniti. Per troppo tempo il ‘Made in China’ è stato un marchio di cui diffidare e non solo nel solare, ma in molti altri settori.

Ciononostante, con il boom dell’economia cinese e grazie a una maggior fiducia da parte dei consumatori, gli standard di qualità sono aumentati. Con l’aiuto di macchinari europei, i maggiori produttori di energia solare in Cina hanno alzato l’asticella a tal punto che tra i dieci maggiori fornitori di moduli a livello mondiale tutti tranne uno sono cinesi.

L’altro è Hanwha Q CELLS, coreano/tedesco, l’unica società solare Tier-1 integrata verticalmente che si colloca al di sopra di alcuni dei giganti cinesi in termini di fatturato, portata globale e quota di mercato.

Si tratta di un punto importante per due motivi. In primo luogo, dimostra come le aziende cinesi hanno raggiunto una posizione dominante in un così breve lasso di tempo.

Se un decennio fa abbiamo assistito a un equilibrio competitivo tra produttori cinesi, coreani, giapponesi, statunitensi ed europei, oggi la storia è completamente diversa. Tanto che, come la maggior parte delle persone con un minimo interesse nel mercato solare saprà, l’industria ha cercato di imporre tariffe commerciali, dazi minimi all’importazione (MIP) e altre misure di salvaguardia per arginare l’ondata del dominio solare cinese.

All’interno del settore non tutti sono d’accordo con questo approccio, anzi. Alcune organizzazioni commerciali sostengono che tariffe e dazi di questo tipo danneggiano il libero commercio, gonfiano artificialmente i prezzi e complicano il paesaggio geopolitico a tal punto da frenare la crescita del solare. Dopotutto, il nostro obiettivo comune non dovrebbe essere quello di garantire che il solare si affermi come la principale fonte di energia, rinnovabile o tradizionale, del 21° secolo?

Non si tratta di una risposta semplice. Chiunque lavori nel settore solare desidera che tutto ciò si realizzi, ma allo stesso modo non vuole che il fotovoltaico rinunci troppo in termini di qualità. Non si tratta di confondere i prodotti solari cinesi con quelli di qualità scadente – in Cina i produttori leader Tier 1 hanno da tempo dato prova della qualità che offrono – ma piuttosto di ricordare all’industria che esistono diversi moduli a basso costo e di bassa qualità che si stanno facendo strada nel mercato, la maggior parte dei quali arriva, in un modo o nell’altro, dalla Cina.

Con l’annullamento del MIP (minimum import price) nell’Unione Europea e l’introduzione di nuove misure che in Cina limiteranno significativamente la quantità di installazioni domestiche consentite, l‘Europa si prepara a una nuova ondata di moduli solari low cost proveniente dalla Cina. Anche se ciò sembra rappresentare una grande opportunità per gli installatori, i proprietari di case e gli imprenditori che vogliono adottare il fotovoltaico al minor costo possibile, dovrebbero rapportarvisi con la dovuta cauzione.

I costi di tali moduli, considerati come percentuale dei costi di installazione complessivi, si collocano su una traiettoria discendente. I moduli più economici aiutano a garantire la grid parity e un basso costo livellato dell’elettricità (LCOE), ma devono essere presi in considerazione altri fattori di costo, come BOS e logistica. Considerando la traiettoria attuale dei prezzi, presto non sarà più questione di quanti centesimi di euro per watt un determinato marchio offre in meno di una altro, ma piuttosto di quanto più efficiente, potente e affidabile è quel marchio.

In parole semplici: l’attuale divario di prezzo tra i moduli solari “economici” e i moduli solari di qualità è ora così ridotto da non giustificare indecisioni. Non esistono infatti giustificazioni che possono spingere il proprietario di una casa a optare per l’opzione più rischiosa, low-cost, semplicemente per risparmiare qualche centesimo in più per watt.

Hanwha Q CELLS, con il suo slogan “Engineered in Germany“, è da tempo un simbolo di qualità e innovazione solare. Se da una parte il ribasso dei prezzi è sempre più evidente, dall’altra è imperativo che i clienti imparino a valutare i costi rispetto alle prestazioni: cosa cercare e perché è così importante.

In qualità di maggiore produttore al mondo di celle e moduli fotovoltaici 100% in-house, Hanwha Q CELLS garantisce che i suoi standard elevati siano rispettati durante tutto il processo di produzione. La società è inoltre leader globale indiscusso nella PERC (passivated emitter rear contact), tecnologia cellulare che secondo gli analisti solari plasmerà il prossimo decennio di produzione di moduli.

La tecnologia Q.ANTUM di Hanwha Q CELLS, basata sulla PERC e con una capacità produttiva di 5 GW, combina resistenza al PID (degrado da potenziale indotto), protezione contro gli hot-spot e marcatura laser Tra.Q per garantire una tracciabilità delle celle al 100%.

Q.ANTUM controlla inoltre l’impatto del LID (degrado indotto dalla luce) – che negli anni di sviluppo è stato una spina nel fianco per la PERC – e del LeTID (degrado indotto dalla luce e dalle alte temperature), assicurandosi che in tutti i moduli ogni cellula offra il massimo rendimento energetico, come dimostrato dalle eccellenti garanzie di rendimento di tutti i prodotti Q.ANTUM.

I moduli solari stanno diventando un prodotto di base a livello globale, e sono l’ingrediente essenziale di tutti i tipi di installazione solare, di grandi o di piccole dimensioni. Anche se i componenti solari potrebbero sembrare tutti uguali, quel che conta è in realtà ciò che ci sta sotto.

Le domande che ora dovete porvi sono: potete permettervi di rinunciare alla qualità a favore di un risparmio di pochi centesimi? Volete rinunciare a 25 anni di tranquillità solo perché desiderate ridurre il vostro capitale iniziale di poche centinaia di euro? Volete prendere le scorciatoie ora, quando il percorso verso un futuro pulito, affidabile, ad energia solare, è libero da tutti gli ostacoli tecnici e finanziari?

La ricerca del fotovoltaico più economico era un tempo comprensibile. Per anni il divario tra affidabilità e accessibilità è stato troppo ampio. Oggi il divario si è ridotto, la tecnologia lo ha colmato. Spetta quindi ai consumatori più coscienziosi fare le scelte giuste.

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