La domanda globale di gas vedrà nel 2020 il calo più consistente della sua storia: le ultime stime della IEA (International Energy Agency) nel Gas Report 2020 (link in basso) puntano verso una riduzione del 4% in confronto al 2019.
Si andrebbero così a perdere circa 150 miliardi di metri cubi, di cui le “fette” maggiori in Europa e America settentrionale, come riassume il grafico seguente, tratto dalla sintesi online dei dati.
Sarebbe un calo doppio in confronto a quello registrato nella crisi economica del 2009, quando i consumi mondiali di gas erano diminuiti del 2% su base annua.
La domanda di gas, ha precisato il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol (traduzione nostra dall’inglese), “dovrebbe recuperare gradualmente nei prossimi due anni, ma questo non significa che tornerà rapidamente al livello del business as usual” perché la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19 “avrà un impatto duraturo sugli sviluppi futuri di mercato, smorzando i tassi di crescita e aumentando le incertezze”.
Per quanto riguarda l’Europa, la IEA parla di una “tempesta perfetta” che ha colpito il settore gas con un inverno particolarmente mite, il lockdown e una forte generazione elettrica da fonte eolica, tutti elementi che hanno contribuito a ridurre i consumi di gas per il riscaldamento e nei cicli combinati del comparto termoelettrico: -7% in totale nei primi cinque mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
In particolare, in Italia e Gran Bretagna l’uso di gas per la generazione elettrica è crollato rispettivamente del 25 del 36% tra l’inizio di marzo e la fine di maggio.
Cosa succederà dopo?
Per il periodo 2019-2025 nel suo complesso, la IEA prevede un tasso di crescita media annua per la domanda di gas abbastanza contenuto (+1,5%) con 75 miliardi di metri cubi persi in confronto alle stime fatte prima dell’emergenza coronavirus, vedi il grafico sotto.
Secondo l’agenzia, la domanda di gas rimarrà stabile in Europa nel periodo oggetto di previsione (2019-2025). Nel campo della produzione elettrica, spiega la IEA, la graduale uscita da circa 50 GW di carbone/lignite e nucleare lascerà uno spazio vuoto, ma al contempo crescerà molto l’apporto di energia da fonti rinnovabili, quindi in sostanza quello spazio non sarà tutto a vantaggio del gas, che anzi dovrà competere sempre di più con le tecnologie pulite come l’eolico e il fotovoltaico.
Infine, secondo la IEA, in Europa nei prossimi cinque anni nonostante la stagnazione dei consumi aumenteranno le importazioni di gas, a causa del rapido declino delle forniture domestiche di combustibile fossile dai giacimenti nordoccidentali, fatta eccezione per la Norvegia, come riassume il grafico sotto (clicca sopra per ingrandire).