L’Italia con quasi il 50% di elettricità prodotta con il gas è uno dei paesi europei più esposti al caro energia.
Questo perché i prezzi del gas sono più che quadruplicati dallo scorso gennaio e i prezzi elettrici sono più che triplicati da agosto 2020 a oggi (si vedano qui gli ultimi dati Gme).
E c’è solo una strada per proteggere i consumatori da tale volatilità: investire di più in nuovi impianti a fonti rinnovabili, eolici e solari, che possono produrre energia elettrica a un costo tre volte più basso rispetto alle centrali fossili esistenti.
Questa la sintesi fornita da Ember sul mercato elettrico italiano, in una breve nota di approfondimento (link in basso), da cui è tratto il grafico seguente, che mostra la competitività delle rinnovabili rispetto agli impianti fossili nella attuale situazione di mercato.
Il think-tank specializzato nelle analisi in campo energetico evidenzia che il prezzo spot del gas in Italia è schizzato da 17 euro per MWh a gennaio 2021 a 72 €/MWh il 22 settembre, segnando una crescita superiore al 300%, come riassume il grafico sotto.
Diversi fattori, scrive Ember, hanno contribuito a questa dinamica: un inverno freddo che ha esaurito gli stoccaggi di gas, forniture di Gnl indirizzate più verso i mercati asiatici, aumento della domanda grazie alla ripresa economica post-Covid, approvvigionamenti dalla Russia, via Ucraina, che non hanno tenuto il passo dei maggiori consumi europei.
Così il caro energia ha mostrato tutte le debolezze di un mix energetico troppo dipendente dalle importazioni di risorse fossili.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha proposto la tesi opposta e fuorviante per spiegare la fiammata delle bollette: la colpa è delle rinnovabili e della mancata produzione eolica nei mesi scorsi.
Ma la Commissione Ue intende investigare su eventuali manipolazioni e speculazioni sui mercati e a promuovere di più le tecnologie pulite, perché, come sostiene anche la Iea, la transizione energetica verde è la soluzione del problema e deve essere accelerata.
Ember poi sottolinea che i prezzi medi elettrici in Italia sono balzati da 41 a 116 €/MWh da agosto 2020 ad agosto 2021; a tal proposito si veda il grafico sotto (la media del Pun di settembre, aggiungiamo noi è salita a oltre 158 euro/MWh e per le prime due settimane di ottobre siamo a oltre 217 euro).
Il costo complessivo per produrre elettricità con il gas, in Italia, includendo il costo della CO2 sul mercato Ets (Emissions Trading Scheme), si è impennato da 27 a 107 €/MWh in un anno, come riassume il quarto grafico che proponiamo dal documento di Ember.
Dal grafico si vede con chiarezza che il peso maggiore del rincaro va attribuito al costo della materia prima gas, mentre le quotazioni della CO2, pur in deciso aumento, hanno influito molto meno.
In chiusura, afferma Ember, l’Italia non sembra intenzionata a ridurre la sua dipendenza dal gas. Difatti, il nostro Pniec (Piano nazionale su energia e clima) punta a un +24 TWh di produzione elettrica da gas al 2025, in confronto al 2018. E quindi dovremo capire quali conseguenze si potrebbero avere sui prezzi elettrici dei prossimi anni.
- Le analisi Ember (pdf)