Nuovo appello delle grandi aziende Ue: la ripresa post-Covid deve essere “verde”

Tra le misure suggerite da 11 amministratori delegati (presente Enel): prezzo minimo della CO2, tasse ambientali, più risorse all'innovazione tecnologica.

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Prezzo minimo della CO2, elettrificazione dei trasporti e dei processi industriali, nuove infrastrutture per l’idrogeno e i carburanti “alternativi” a basso impatto ambientale: sono i temi su cui puntano gli undici amministratori delegati di altrettante compagnie che hanno inviato una lettera alla Commissione europea, chiedendo di dare la massima priorità al rilancio economico “verde”.

Le undici grandi aziende di diversi settori, tra cui la nostra Enel – c’è anche Volkswagen che ha appena annunciato la riconversione all’auto elettrica di un’intera fabbrica, quella storica di Zwickau – costituiscono la CEO Initiative for Europe’s Recovery, Reform and Resilience.

In particolare, le società si dicono pronte a contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati nel Green Deal europeo, suggerendo una serie di misure.

Tra queste, un prezzo minimo crescente della CO2 (idea proposta mesi fa dalla Francia) e l’estensione a tutti i settori del mercato ETS (Emissions Trading Scheme), utilizzando i ricavi dell’ETS e delle tasse ambientali a livello nazionale per finanziare l’innovazione sostenibile e la de-carbonizzazione delle industrie.

Si parla anche di una possibile riforma della tassazione sull’energia in modo da considerare l’impatto climatico delle diverse risorse energetiche.

E poi nella lettera si raccomanda di andare verso una rapida espansione delle fonti rinnovabili; di realizzare reti elettriche intelligenti e favorire la diffusione dei punti di ricarica per veicoli elettrici.

Non manca un riferimento al “sector coupling”, cioè l’integrazione tra sistema elettrico e rete gas, grazie soprattutto alla produzione di idrogeno “sostenibile” (quello ricavato da fonti rinnovabili) e altri carburanti alternativi ricavati da tecnologie low-carbon.

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