Nature Restoration Law, in Gazzetta il regolamento Ue

Le norme europee sul ripristino degli ecosistemi entreranno in vigore il prossimo 18 agosto. Entro il 1° settembre 2026, gli Stati dovranno presentare i loro piani nazionali.

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Il regolamento 2024/1991 sul ripristino della natura è stato pubblicato oggi, 29 luglio, sulla Gazzetta Ufficiale europea ed entrerà in vigore il 18 agosto (pdf in basso).

Si tratta, ricordiamo, della cosiddetta Nature Restoration Law, importante tassello del Green Deal Ue che aveva avuto il via libera finale del Consiglio Ue lo scorso 17 giugno, dopo un iter alquanto tormentato e con la contrarietà di diversi Stati membri, tra cui l’Italia.

La nuova legge, come spiegava la nota ufficiale del Consiglio, punta a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime degradate entro il 2030.

Nell’ambito di questo obiettivo, i Paesi Ue, entro la fine di questo decennio, dovranno ripristinare almeno il 30% degli ecosistemi già deteriorati coperti dalla legge, tra cui zone umide, praterie, foreste, fiumi e laghi; il target salirà al 60% entro il 2040 e al 90% al 2050.

I 27 dovranno presentare alla Commissione Ue entro il 1° settembre 2026 un piano nazionale di ripristino, che dovrà tenere conto del Pniec, della strategia nazionale a lungo termine per la riduzione dei gas-serra (prevista dal regolamento 2018/1999 sulla governance dell’Unione dell’Energia) e della direttiva 2018/2001 sulle fonti rinnovabili. I piani dovranno essere aggiornati nel 2032, 2042 e 2050 e indicare come verranno raggiunti gli obiettivi, dando priorità ai siti Natura 2000.

La Nature Restoration Law, come dicevamo, ha avuto un iter molto complicato, perché si è scontrata con gli interessi delle lobby agricole sostenute dai conservatori e dal partito popolare europeo.

Il Parlamento Ue aveva approvato il testo a febbraio, dopo l’accordo raggiunto con il Consiglio a novembre 2023. Poi però il fronte contrario di molti Paesi (tra cui Ungheria, Svezia, Polonia, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Austria, Italia) aveva bloccato per mesi il provvedimento.

Decisiva è stata la decisione dell’Austria di appoggiare il regolamento che, insieme al voto favorevole della Slovacchia, ha permesso di ottenere la maggioranza qualificata con 20 Paesi che rappresentano il 66% della popolazione Ue (il minimo è 65%).

Gli agricoltori hanno comunque ottenuto delle concessioni: in particolare, è prevista la possibilità di sospendere temporaneamente le misure che impattano sugli ecosistemi agricoli (tra cui l’inserimento di elementi naturali che favoriscono la presenza di avifauna e uccelli, come siepi, filari di alberi, piccole zone umide) in “circostanze eccezionali”, ad esempio se gli obiettivi di ripristino rischiano di compromettere la sicurezza alimentare.

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