Alla faccia della “tutela”, da domani, 1 ottobre, gli utenti elettrici pagheranno il kWh circa tre volte in più rispetto al primo semestre del 2021: 66 centesimi di euro per ogni chilowattora consumato!
Non è certo una sorpresa, visto che Arera lo aveva previsto già ad agosto (Da ottobre un probabile raddoppio delle bollette. I consumatori sono informati?).
Era prevedibile, con i prezzi del gas in quel mese ben oltre i 250 €/MWh (il 26 agosto sulla borsa si toccò la cifra record di 340 €) e con i conseguenti Pun (Prezzo unico nazionale dell’energia elettrica) medi mensili di 441,7 €/MWh a luglio, 543,2 € ad agosto e, fortunatamente, un po’ meno (429,9 €) a settembre. La media annuale nel 2021 era stata di 125 €/MWh e addirittura, nell’anno anomalo 2020, di 39 €/MWh.
In sintesi, il Pun nel terzo trimestre 2022 (luglio-settembre) è quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021.
Così ieri sera l’Autorità ha comunicato che per il quarto trimestre del 2022, l’aumento del prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela sul trimestre precedente è del +59%.
Sarebbe stato un incremento del 100% circa se non ci fosse stato l’intervento del governo (decreto Aiuti bis) e di Arera per “sterilizzare” (a zero) le spese per gli oneri di sistema.
Quindi la bolletta elettrica per la famiglia tipo (consumi di circa 2.700 kWh/anno e e potenza impegnata di 3 kW) dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 peserà per circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021, quasi +110%.
Per molti disattenti, invece, è un brusco risveglio e non basterà spegnere gli stand-by per non trovarsi recapitate bollette elettriche con cifre mai viste prima: le pagheranno le famiglie, ma l’aumento dei prezzi elettrici per le imprese lo pagheremo tutti con un aumento dei prodotti e dell’inflazione.
E non c’è ancora l’aggiornamento di Arera del prezzo del gas che verrà comunicato ai primi di novembre in base a quello di riferimento, sulla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso italiano.
Avremo occasione di affrontare nello specifico le implicazioni di questi aumenti che gran parte dei consumatori dovranno subire almeno fino alla fine dell’anno, intanto vediamo come Arera spiega la composizione del prezzo di riferimento dell’elettricità dal 1° ottobre per l’utente tipo: sarà di 66,01 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse (spiegata anche dal grafico in basso):
Spesa per la materia energia:
- 53,45 centesimi di euro (81% del totale della bolletta) per i costi di approvvigionamento dell’energia, in aumento del 71% rispetto al terzo trimestre 2022;
- 1,91 centesimi di euro (2,9% del totale della bolletta) per la commercializzazione al dettaglio, invariato rispetto al terzo trimestre 2022.
Spesa per il trasporto e la gestione del contatore:
- 3,85 centesimi di euro (5,8% del totale della bolletta) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della trasmissione e distribuzione, qualità; invariato rispetto al terzo trimestre 2022.
Spesa per oneri di sistema:
- 0 centesimi di euro (0% del totale della bolletta) per la spesa per oneri di sistema, azzerata come nel terzo trimestre 2022.
Imposte:
- 6,80 centesimi di euro (10,3% del totale della bolletta) per le imposte che comprendono l’Iva e le accise.
Ecco come pagavamo il kWh elettrico negli anni passati:
Dopo aver visto tutto questo, ci chiediamo se un bene essenziale come l’energia possa essere soggetto a questi repentini e indiscriminati aumenti, con così scarse forme di protezione per l’intera economia e i cittadini, al netto dell’allargamento della platea che usufruirà dei bonus sociali.
Nel frattempo, chi può, spenga le luci… (Come risparmiare energia a casa in 6 semplici passi).