Un’altra regione punta a introdurre il reddito energetico da fotovoltaico per le famiglie meno abbienti.
È il Lazio, dove in commissione Ambiente è stata appena presentata la proposta di legge 150 del 15 maggio 2019 (prima firmataria Roberta Lombardi, M5S), finalizzata a sostenere le spese per il consumo elettrico di determinati nuclei famigliari (secondo diversi parametri di reddito, composizione e così via), l’aumento di produzione energetica delle fonti rinnovabili e il contrasto alla povertà e al disagio sociale.
Cosa prevede questa iniziativa?
La Regione, si legge nella relazione illustrativa, tramite il Fondo per il reddito energetico regionale, finanziato con un primo stanziamento di cinque milioni di euro l’anno per il triennio 2019-2021, acquista e installa pannelli fotovoltaici nelle abitazioni di proprietà o in locazione di nuclei familiari a basso reddito. La vendita di energia elettrica al Gse tramite il servizio di scambio sul posto sarà ripartita tra Regione e nucleo familiare: il 50% verrà scomputato dai costi di consumo del nucleo familiare stesso e il restante 50% andrà a finanziare l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici.
Ai beneficiari, che possono essere anche edifici condominiali composti all’80% da nuclei in possesso dei requisiti, spetteranno solo le spese di manutenzione ordinaria, fatta salva la possibilità di riscattare gli impianti già dopo cinque anni dall’entrata in esercizio. La durata del contratto è di nove anni, rinnovabili automaticamente per altri nove, e infine di altri sette per un massimo di 25 anni.
Intanto lo scorso dicembre 2020 la Giunta regionale della Puglia ha approvato il protocollo d’intesa tra Regione e Gse per il reddito energetico varato dalla legge 42/2019.
La legge pugliese sul reddito energetico regionale, ricordiamo in breve, prevede incentivi a fondo perduto fino a 6.000 euro per installare impianti per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, incentivi che possono aumentare fino a 8.500 euro se gli impianti utilizzano anche un sistema di accumulo elettrico. Il provvedimento punta a contrastare le difficoltà di approvvigionamento energetico delle famiglie economicamente più disagiate, di quelle più numerose, delle giovani coppie e dei nuclei familiari con persone disabili o invalide.
Altre iniziative per il reddito energetico sono state avviate a livello locale, per esempio in Umbria, in provincia di Trento e a Porto Torres (Sassari), dove nel 2018 è partito il primo progetto in Italia di questo tipo.
Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:
Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO