La pazza idea tedesca: importare idrogeno “verde” dall’assolata Australia

Le ultime frontiere delle tecnologie Power-to-Gas in uno studio tedesco. Qualche dato in sintesi.

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Il progetto Desertec, il fotovoltaico nello spazio e adesso l’idrogeno 100% “verde” importato in quantità massicce dall’Australia: non si può dire che manchino le proposte un po’ fantascientifiche nel novero delle possibili soluzioni per sviluppare un mix energetico europeo senza combustibili fossili.

Lo schema è sempre lo stesso: generare tantissima energia a basso costo in certi luoghi favorevoli, dove abbondano le risorse naturali (vento, sole… nei deserti o nella stratosfera) per poi esportarla dove serve, secondo un modello molto centralizzato che prevede relativamente pochi, ma grandissimi, impianti di produzione, abbinati alle necessarie infrastrutture di trasporto (supergrid con elettrodotti ad alta capacità per Desertec, fasci di microonde per il fotovoltaico spaziale).

Sull’idrogeno si sta discutendo parecchio a livello Ue, perché si sta cercando una via per produrlo a costi competitivi con gli elettrolizzatori, alimentati esclusivamente da elettricità di origine rinnovabile.

E dalla Germania arriva l’idea di creare un mercato mondiale dei gas sintetici ricavati con tecnologie Power-to-X (PtX), una definizione che comprende tutti i sistemi per convertire l’energia elettrica in un carburante liquido o gassoso. Il Power-to-Gas (P2G) da cui ottenere l’idrogeno è un tipico esempio.

Secondo il responsabile energia-clima dell’associazione delle industrie tedesche (BDI), Carsten Rolle, citato da un articolo-analisi dell’agenzia EurActiv, per de-carbonizzare profondamente tutti i settori economici europei, in particolare i trasporti e le diverse attività industriali, bisognerà produrre quantità ingenti di carburanti derivati non dal petrolio ma dalle rinnovabili (efuel).

Con un impatto sul mercato energetico potenzialmente enorme.

In uno studio pubblicato a ottobre 2018, preparato da Frontier Economics per il World Energy Council Germany, International aspects of a power-to-X roadmap, ripreso da EurActiv per alimentare il dibattito sul ruolo futuro del gas in Europa, si afferma che la domanda globale di combustibili sintetici-rinnovabili potrebbe arrivare a 10.000-20.000 TWh/anno al 2050, che corrisponde a circa metà della domanda attuale di greggio in tutto il mondo.

Quindi serviranno delle vere e proprie gigafactory, super-stabilimenti interamente dedicati alla produzione di gas e benzine sfruttando l’elettricità da fonte eolica e solare.

Stando ai calcoli teorici dello studio, ci vorrà una capacità totale installata in sistemi PtX intorno a 8.000 GW su scala mondiale, di cui la maggior parte, circa 6.000 GW, in elettrolizzatori.

E l’Australia, sostiene il rapporto, è tra i paesi più indicati per un’operazione del genere, grazie alla vastità dei suoi territori e alla massiccia disponibilità di risorse rinnovabili.

In definitiva, dall’Australia, e da altri paesi in Asia, Africa e Medio Oriente, potrebbero arrivare i carburanti verdi sintetici che consentiranno alla Germania e più in generale all’Europa di “muoversi” in modo più sostenibile dal punto di vista ambientale. Ma il condizionale è proprio obbligatorio, vista la portata di una simile impresa.

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