Impianti di piccole dimensioni, il Conto termico è premiante

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Un intervento che integra una caldaia a pellet e un impianto solare termico per una casa a due piani. Calcolo dell'incentivo e beneficio economico per l'utenza. Un'analisi di Valeria Verga di Esco AgroEnergetica.

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Quello che tutti ormai chiamiamo Conto termico è un meccanismo nato alla fine del 2012 e finalizzato all’ “Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni”, successivamente revisionato con il DM 16/02/2016, pubblicato come “Aggiornamento della disciplina per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili” (vedi anche “Conto Termico 2.0: cos’è importante sapere per accedere all’incentivo“, un webinar di QualEnergia.it della durata di 2 h 30′ con articoli di approfondimento riservato agli abbonati)

Quindi, anche se, il Conto termico ben si applica anche a impianti di medie e grandi dimensioni, questo è un incentivo che ha come principale obiettivo quello di sostenere quegli interventi di piccole dimensioni, prevalentemente per gli usi civili, che altrimenti sarebbero ancora poco sostenibili dal punto di vista strettamente economico.

Il Conto termico, per queste tipologie di interventi, presenta molti vantaggi da diversi punti vista:

  • a chi fa l’intervento permette di ridurre, in certi casi significativamente, l’esposizione economica e i tempi di rientro dall’investimento (anche attraverso il mandato irrevocabile all’incasso) e allo stesso tempo di installare impianti più efficienti e performanti;
  • agli operatori (produttori, rivenditori, installatori, ecc.) assicura una leva commerciale molto interessante (eventualmente potenziata dal mandato all’incasso);
  • alla collettività permette di ridurre le emissioni inquinanti (a livello micro e macro).

Tipologia dell’intervento

Presentiamo un caso studio di richiesta del Conto termico in ambito domestico per un impianto integrato (biomasse + solare termico) per il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria (Acs).

L’intervento è stato realizzato in una casa su due piani in una località in provincia di Trieste. Il riscaldamento degli ambienti e la copertura dei fabbisogni di Acs era precedentemente garantita dalla presenza di una caldaia a legna di 47 kW installata nel 1990, quindi ormai obsoleta e poco efficiente.

L’intervento ha previsto la sostituzione della vecchia caldaia con una nuova a pellet di 32 kW, un rendimento del 95% e un basso livello di emissioni, integrato con un impianto solare termico a circolazione forzata (copertura di poco più del 70% dei fabbisogni di Acs) costituito da 4 collettori integrati nel tetto a falde, per una superficie lorda totale di circa 10 metri quadrati. L’accumulo installato a servizio dell’impianto ha una capacità di 1.000 litri ed è stata garantita una termoregolazione di tipo modulante che agisce sulla portata dotando i radiatori di valvole termostatiche a bassa inerzia termica.

Adempimenti e documentazione

Per due interventi di diversa tipologia realizzati contestualmente in uno stesso edificio o unità immobiliare, come in questo caso, le Regole applicative prevedono la possibilità di presentare un’unica pratica “multi-intervento”.

In questo caso però i costi di ciascun impianto devono essere evidenziati separatamente perché il tetto del 65% (percentuale massima dell’incentivo sull’investimento) si applica a ciascun intervento, anche se poi i tempi di erogazione dipenderanno dalla somma dei due incentivi.

Per impianti sotto i 35 kW termici (per il solare termico, sotto i 50 mq) gli adempimenti e la documentazione da predisporre non presentano particolari difficoltà: non sono previsti adempimenti aggiuntivi rispetto agli obblighi di legge.

In questo caso i principali documenti tecnico-amministrativi che sono stati predisposti per accedere all’incentivo sono:

  • Dichiarazione di conclusione degli interventi
  • Certificato del corretto smaltimento della vecchia caldaia
  • Certificato ambientale della caldaia a pellet (obbligatorio da gennaio di quest’anno)
  • Dichiarazioni di conformità e test report
  • Certificato Solar Keymark per il solare termico.

Quadro economico e incentivo

Per l’installazione di una caldaia a pellet di 32 kW in zona climatica E, con coefficiente premiante 1,5, l’incentivo è pari a 7.344 euro.

Mentre per un impianto solare termico di 10 metri quadrati, con una produzione del singolo collettore di poco superiore a 1.000 kWh/m2/anno, l’incentivo è di 2.909 euro per un totale di 10.253 euro, erogati in due rate annuali, su una spesa totale complessiva di 23.300 euro (tabella sotto).

L’intervento si è concluso a novembre del 2018, il contratto con il Gestore servizi energetici (Gse) è stato attivato in gennaio di quest’anno e la prima rata è stata erogata nei primi giorni di aprile.

Il fattore tempo non è un aspetto trascurabile: dalla fine dei lavori, il Soggetto responsabile ha dovuto aspettare solo 5 mesi per incassare metà incentivo. E con la seconda rata, che riceverà nell’aprile del 2020, avrà ottenuto l’intera somma dell’incentivo come si vede nella tabella riepilogativa.

Con un incentivo annuo di 5.064 euro, il Soggetto responsabile rientrerà del 44% dell’investimento in meno di due anni.

Nel caso specifico, dove abbiamo una sostituzione “biomassa su biomassa”, con passaggio dalla legna al pellet, probabilmente senza la possibilità di avere un incentivo che si configura quasi come uno sconto (se confrontato con i lunghi tempi di erogazione delle detrazioni fiscali), il Soggetto responsabile non avrebbe fatto l’intervento.

È stato, invece, “incoraggiato” a farlo proprio grazie al Conto termico, con conseguenti vantaggi di maggiore efficienza e affidabilità della caldaia, maggiore comfort, esclusivo utilizzo del solare termico nel periodo estivo e maggiore salubrità e sostenibilità ambientale dell’impianto.

L’articolo è stato pubblicato sul 2/2019 della rivista trimestrale AgriforEnergy.

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