Durante l’estate, il sole diventa un alleato prezioso: può fornire a costo zero l’energia necessaria per riscaldare l’acqua sanitaria, contribuendo a ridurre i consumi energetici.
Eppure, nonostante sia una tecnologia consolidata, il solare termico è ancora poco conosciuto e a volte confuso con il fotovoltaico.
Va superato anche il concetto che il solare termico sia una tecnologia “datata” perché è un’opzione moderna, economica e facilmente installabile, capace di ridurre l’uso di combustibili fossili e abbattere le emissioni. Il tutto, con il vantaggio aggiuntivo degli incentivi attualmente attivi a livello nazionale e in quasi tutte le regioni italiane.
Questa soluzione tecnologica non è adatta solo alle abitazioni private, ma trova applicazione anche in edifici pubblici, strutture ricettive, scuole, ospedali, centri sportivi e nel settore terziario in generale.
Cos’è il solare termico e come funziona
Il solare termico sfrutta l’energia del sole per riscaldare direttamente l’acqua, senza passare per la produzione di elettricità.
I collettori solari, pannelli piani (foto qui sotto) o con tubi sottovuoto (foto in alto), catturano la radiazione solare e la trasferiscono a un fluido termovettore che riscalda l’acqua destinata all’uso sanitario, al riscaldamento integrativo o al mantenimento della temperatura, per esempio nelle piscine.
Un componente chiave dell’impianto è il boiler di accumulo, un serbatoio termicamente isolato che conserva l’acqua calda prodotta durante le ore di sole. Questo consente di disporre di acqua calda anche la sera o nei giorni nuvolosi.
A seconda delle esigenze, gli impianti possono essere individuali (per singole abitazioni) o centralizzati, ideali per condomìni, alberghi, scuole, ospedali o impianti sportivi.
Perché conviene… e non solo in estate
Nei mesi più soleggiati (metà aprile – fine settembre), un impianto solare termico ben progettato e dimensionato può coprire completamente il fabbisogno di acqua calda sanitaria di un’utenza. Non essendo necessario consumare gas o elettricità per riscaldare l’acqua, ci sarà un risparmio economico diretto e un impatto ambientale ridotto.
Inoltre, il solare termico può essere integrato con altre tecnologie come pompe di calore o caldaie a pellet, che entrano in funzione solo quando l’apporto solare non è sufficiente, tagliando i consumi energetici anche durante le stagioni meno soleggiate.
Una tecnologia sottovalutata anche dove sarebbe più adatta
I dati 2023 del GSE sul solare termico in Italia mostrano una crescita lenta ma costante: la produzione totale di energia termica da fonte solare è aumentata del 5,4% rispetto al 2022, arrivando a 277 ktep.
La maggior parte di questa energia (quasi l’80%) è nel settore residenziale, seguito da commercio e servizi (clicca per ingrandire i grafici).
Anche la superficie dei collettori solari installati è cresciuta, superando i 5 milioni di metri quadrati nel 2023.
Tuttavia, è sul piano della distribuzione geografica che emerge un paradosso: le regioni del centro Sud, che avrebbero il maggiore potenziale solare, risultano tra le meno attive.
La Sicilia, ad esempio, è la prima regione del Sud per produzione da solare termico, con 38,5 ktep: un dato buono, ma comunque non distante da quello della Lombardia (33,1 ktep) e del Veneto (26,4 ktep), che hanno un’irradiazione solare molto inferiore.
Altre regioni meridionali, come Basilicata, Molise e Calabria, mostrano invece valori molto bassi (intorno a 1-3 ktep), segno di una scarsa diffusione degli impianti.
Questa distribuzione squilibrata è dovuta a vari fattori, tra cui sicuramente la poca informazione sul funzionamento e sui vantaggi del solare termico, con il conseguente minore accesso agli incentivi.
Si potrebbe anche pensare che mancano esempi pubblici o condominiali che facciano da modello. Ricordiamo che nel nostro paese è attiva un’associazione, Solterm Italia, che rappresenta l’industria nazionale del solare termico in Italia e ha come obiettivo di promuovere e integrare l’energia solare termica nel mix energetico nazionale, fungendo da interlocutore chiave per istituzioni e attori del settore.
Tuttavia, possiamo affermare che il solare termico in Italia certamente cresce, ma non a sufficienza e nemmeno dove servirebbe di più.
Vediamo allora quanto può costare un impianto solare termico e quali incentivi sono al momento disponibili nelle regioni d’Italia.
Quanto costa un impianto solare termico e quali incentivi
Il costo medio di un impianto solare termico per una famiglia di quattro persone si colloca generalmente tra i 3.000 e i 5.000 euro, a seconda della qualità dei collettori, della capacità del bollitore e della complessità dell’installazione.
Questa spesa iniziale può essere notevolmente ridotta grazie ai diversi incentivi disponibili.
Un esempio concreto: un impianto con collettore solare e bollitore da 200 litri, completo degli accessori necessari, può alla fine costare circa 2.400 euro usufruendo del Conto Termico, l’incentivo nazionale gestito dal Gse.
Questo meccanismo consente di recuperare fino al 65% della spesa sostenuta, spesso in tempi molto rapidi, anche entro 2-3 mesi dall’approvazione e in un singolo bonifico.
Oltre al Conto Termico, molte regioni italiane offrono bonus e contributi locali che si possono anche sommare al Conto termico. Gli aiuti regionali, tuttavia, sono estremamente diversificati e spesso rivolti a categorie specifiche, come imprese agricole, strutture ricettive, enti pubblici o imprese produttive.
Facciamo un riepilogo dei bandi al momento attivi:
In Calabria, ad esempio, sono attivi bandi che finanziano impianti per strutture ricettive, seconde case a uso turistico e per attività produttive.
La Campania sostiene l’installazione del solare termico nel settore agricolo, in particolare nelle filiere olivicola, florovivaistica e dell’allevamento brado.
In Emilia-Romagna, ci sono incentivi per la riqualificazione energetica di edifici pubblici, imprese agricole, dei processi agroindustriali e delle imprese in generale.
Il Friuli Venezia Giulia pubblica annualmente bandi per impianti solari termici su abitazioni, condomini e luoghi di culto, oltre a misure per PMI del settore turistico e commerciale.
Nel Lazio, gli immobili che hanno già usufruito del Conto Termico possono accedere ad ulteriori incentivi regionali, anche per integrare il solare termico con pompe di calore o generatori a biomassa.
La Lombardia offre finanziamenti agevolati per start-up attive nel settore energetico, incentivi per imprenditori agricoli che installano impianti Fer nei fabbricati rurali e contributi per la riqualificazione di impianti sportivi ed edifici pubblici. La tecnologia è inclusa anche negli incentivi previsti da un importante bando da 43 milioni di euro per migliorare l’efficienza delle imprese.
Nelle Marche, è in apertura (dal 23 al 25 luglio) un bando che può coprire fino al 100% dei costi per la riqualificazione energetica delle imprese, compreso il solare termico.
In Piemonte, gli incentivi attivi sono destinati a strutture sanitarie e imprese agricole.
La Regione Sardegna copre le spese per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e prevede anche un bando da 75 milioni di euro per gli agricoltori. Un altro bando sardo eroga contributi e prestiti alle imprese che investono anche in rinnovabili e nell’efficientamento energetico di edifici aziendali e processi produttivi.
La Sicilia finanzia al 100% interventi su edifici energivori della Pubblica Amministrazione e dei Comuni, compresi gli impianti solari termici anche in abbinamento a tecnologie di solar cooling.
In Toscana, possono usufruire di agevolazioni le imprese turistiche e le PMI, ma anche i residenti della Piana Lucchese, che possono richiedere fondi per sostituire vecchi impianti di riscaldamento con sistemi moderni integrabili con il solare termico.
La Provincia Autonoma di Trento eroga contributi sugli interessi di mutui per la riqualificazione di condomini e abitazioni private, con particolare attenzione ai comuni a rischio abbandono.
In Provincia di Bolzano è attivo fino a tutto il 2026 il Bonus Energia, che consente di ampliare i volumi edilizi per ristrutturazioni energetiche o nuove costruzioni ad alta efficienza.
In Umbria, gli incentivi sono disponibili per impianti solari termici in agriturismi, edifici pubblici e anche per le CER.
Infine, in Veneto sono attivi contributi per migliorare l’efficienza energetica dell’edilizia residenziale pubblica fino al 2028 e per il settore acquicolo, sia su impianti di allevamento che su imbarcazioni di servizio.
Questi sono solo alcuni dei bandi attualmente attivi. Molti altri, consultabili nella Rubrica “Bandi e Appalti” di QualEnergia.it, riguardano genericamente le energie rinnovabili, senza specificare se il solare termico sia incluso. Spesso, infatti, i testi dei bandi parlano di “energia solare” senza distinguere tra fotovoltaico e termico, creando incertezza nei potenziali beneficiari.
Nonostante questo limite, è evidente che gli incentivi ci sono e possono rendere il solare termico un investimento accessibile, sostenibile e conveniente sia per i privati sia per le imprese.
Come andrebbe promosso e diffuso
Per favorirne una diffusione più capillare, sono necessarie strategie mirate.
La prima è sicuramente l’informazione: molte persone non conoscono il funzionamento e i vantaggi del solare termico o, come detto, lo confondono con il fotovoltaico. Campagne educative, eventi locali, collaborazioni con enti pubblici, associazioni e operatori del settore possono migliorare la conoscenza e aumentare la fiducia verso questa tecnologia.
Anche la realizzazione di progetti pilota in edifici pubblici, scuole o condomìni può essere decisiva: esempi concreti, con dati reali di risparmio, sono uno strumento potente per coinvolgere cittadini e amministratori locali.
A livello nazionale, dato l’esaurimento anticipato delle risorse del bando del Mase per la riqualificazione energetica dei Comuni, si potrebbero valorizzare strumenti alternativi come le Green Communities, finanziate al 100% dal Pnrr. Questo programma consente a gruppi di Comuni di sviluppare progetti condivisi, anche con impianti solari termici.
In questo contesto si inseriscono anche bandi regionali come quello del Lazio, che sostiene interventi su scuole, biblioteche, centri sportivi e impianti pubblici.
Un altro aspetto necessario per promuovere il solare termico è la formazione di tecnici e installatori qualificati: corsi specifici per professionisti locali garantiscono installazioni corrette e prestazioni ottimali, aumentando la fiducia degli utenti. A questo proposito vi invitiamo a consultare la Rubrica “Formazione energetica in Italia” di QualEnergia.it, dove sono disponibili oltre 130 corsi attivi nel settore.
Va poi incentivata l’integrazione con altre tecnologie come pompe di calore, caldaie a biomassa o sistemi di accumulo, per massimizzare l’autonomia energetica durante tutto l’anno.
Infine, va sostenuta la creazione di comunità energetiche, oggi pensate solo per il FV, in grado di condividere collettivamente la gestione degli impianti solari termici, riducendo i costi per i singoli utenti.
Un esempio virtuoso è il bando della Regione Umbria, che sostiene anche l’inserimento di questi impianti all’interno delle nuove CER. Oppure la misura della Lombardia destinata ai Comuni con più di 5.000 abitanti, membri attivi o futuri di una Comunità Energetica Rinnovabile.
In sintesi, gli strumenti per rendere il solare termico un’opzione realmente diffusa ed efficiente in Italia ci sono già, ma serve uno sforzo maggiore e più coordinato per informare, semplificare e incentivare l’adozione di questa tecnologia fondamentale nella transizione energetica.