Dal cambiamento climatico un disastro finanziario: l’allarme della Commodity Futures Trading Commission Usa

Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un’authority federale di regolamentazione dei mercati lancia un monito che il cambiamento climatico potrebbe causare una grave crisi finanziaria.

ADV
image_pdfimage_print

I mutamenti climatici sono una delle principali minacce per l’economia.

È un’osservazione non del tutto nuova, ma che assume un significato particolare, poiché proviene dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC), l’authority statunitense di regolamentazione degli strumenti finanziari complessi come i future, gli swap e altri derivati che contribuiscono in maniera preponderante a fissare il prezzo di materie prime come il petrolio e il grano.

Mai prima d’ora, un’agenzia federale USA, per di più chiamata a vigilare su decine di trilioni di dollari di scambi sulle materie prime, aveva lanciato un monito simile, tramite un rapporto da essa commissionato.

Il rapporto Managing Climate Risk in the U.S. Financial System, pubblicato mercoledì e scaricabile dal link in fondo a questo articolo, spiega che anche se il mondo iniziasse da domani a ridurre le emissioni, basta guardarsi intorno e vedere gli incendi e le inondazioni che stanno devastando gli USA per capire che l’accumulo di CO2 nell’atmosfera mette a rischio la stabilità del sistema finanziario statunitense.

“Il messaggio centrale di questo rapporto è che le autorità di regolamentazione finanziaria degli Stati Uniti devono riconoscere che il cambiamento climatico pone seri rischi emergenti per il sistema finanziario statunitense, e che dovrebbero muoversi con urgenza e decisione per misurare, comprendere e affrontare tali rischi,” si legge nel rapporto. “La comunità finanziaria non dovrebbe semplicemente reagire – dovrebbe fornire soluzioni,” aggiungono gli autori del rapporto.

Ma mentre ci sono molte cose che comunità e regolatori finanziari possono fare anche senza il bisogno di nuove leggi, gli autori del rapporto hanno una richiesta chiave per il Congresso: è necessario dare un prezzo al carbonio – cioè introdurre una carbon tax.

Il rapporto è il risultato di una decisione che la CFTC ha preso un anno fa, con il sostegno unanime dei suoi due membri democratici e tre repubblicani, per formare un sottocomitato per il rischio di mercato legato al clima, incaricato di esaminare i rischi climatici e di proporre soluzioni.

La commissione ha convocato un gruppo di 34 esperti della finanza, del mondo accademico, dell’industria e del settore delle politiche pubbliche, tra cui rappresentanti di colossi come JP Morgan Chase e BP, oltre a gruppi ambientalisti come l’Environmental Defense Fund e Nature Conservancy.

“Che un gruppo così diversificato a livello politico e settoriale, emetta un così forte richiamo all’azione normativa è la prova di quanto sia grave la minaccia finanziaria sistemica che il cambiamento climatico pone ai mercati dei capitali statunitensi e di quanto siano preoccupati gli stakeholder di tutto lo spettro politico”, ha detto Mindy Lubber, amministratore delegato di Ceres, un’organizzazione no profit per gli investimenti sostenibili e membro del sottocomitato, in una nota.

Forse la cosa più degna di nota è che un rapporto del genere sia stato pubblicato affatto. L’amministrazione del presidente USA Donald Trump, infatti, ha soppresso, alterato o annacquato altri dati e pubblicazioni scientifiche governative riguardanti il cambiamento climatico, promuovendo decisamente invece un’agenda aggressiva di deregolamentazione ambientale con la speranza che questa possa stimolare la crescita economica.

Il nuovo rapporto afferma al contrario che ignorare il cambiamento climatico avrà effetti opposti a quelli sperati da Trump. Lo studio copre molto terreno sui diversi tipi di rischio e sul notevole spazio di manovra che le autorità di regolamentazione finanziaria degli Stati Uniti già hanno, senza dover attendere una nuova legislazione – con la cruciale eccezione di una carbon tax.

Rischi fisici come inondazioni, tifoni, siccità e incendi raccontano solo una parte della storia delle minacce economiche poste dal cambiamento climatico, con disastri del costo di molti miliardi di dollari, aggiornati all’8 aprile 2020 e indicati nell’illustrazione.

Ci sono infatti anche rischi socioeconomici – impatti sulla salute e perdita di produttività a causa del caldo estremo, o calo del turismo quando, per esempio, le acque vengono invase dalle alghe. Poi c’è il “rischio di transizione“, con aziende che non si stanno preparando alla transizione verso un’economia neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio e che così facendo vanno incontro a perdite, con investimenti incagliati e asset che potrebbero perdere rapidamente valore.

Una cosa che secondo il rapporto le autorità di regolamentazione possono fare già oggi è migliorare gli standard dichiarativi, in modo che le aziende siano obbligate ad analizzare e rivelare al governo e agli investitori i propri rischi climatici, su diverse scale temporali. Il rapporto raccomanda inoltre che le autorità di regolamentazione statunitensi si uniscano ufficialmente a diverse iniziative internazionali che stanno affrontando il rischio climatico e stanno cercando di capire come indirizzare i capitali verso investimenti sostenibili.

“Gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto agli altri paesi nel proteggere il nostro sistema finanziario dai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Leonardo Martinez-Diaz, autore del rapporto e direttore globale del Sustainable Finance Center del World Resources Institute, in un comunicato.

Nella sua prefazione al rapporto, il presidente della sottocommissione Bob Litterman, un partner fondatore della società di consulenza per gli investimenti Kepos Capital, la mette così: “Il cambiamento climatico è un fallimento del mercato. I mercati non sono riusciti a dare un prezzo alle esternalità negative dei combustibili fossili, compresi i rischi di aggiungere gas serra all’atmosfera.

Invece di assicurare che questi rischi si riflettano sui prezzi, i governi hanno fatto il contrario sovvenzionando i combustibili fossili. Mentre è in corso un dibattito sul giusto prezzo per le emissioni, quello che sappiamo è che l’inazione crea una grande e crescente responsabilità“, ha scritto.

Un’altra raccomandazione chiave del rapporto contraddice un’attuale proposta dell’amministrazione Trump che richiederebbe ai fondi pensione di prendere decisioni di investimento basate esclusivamente su considerazioni finanziarie e di limitare la loro capacità di considerare criteri ambientali, sociali e di governance (ESG). Gli autori sostengono che le autorità di regolamentazione dovrebbero “confermare l’opportunità” di considerare il cambiamento climatico nella valutazione degli investimenti.

Secondo il New York Times, gli autori non si aspettano che l’amministrazione del presidente Trump presti attenzione ai loro rilievi, ma hanno indicato che se Joe Biden sarà eletto a novembre, il rapporto potrebbe servire come tabella di marcia politica.

Nella prefazione al rapporto, Litterman ha detto che la tempestività è essenziale, poiché non sappiamo esattamente quando certi punti di ribaltamento climatico potrebbero scatenare una catastrofe. Confrontando il cambiamento climatico con il COVID-19, il presidente della sottocommissione ha sottolineato il numero di morti e la crisi economica che la pandemia ha provocato. “Entrambi sono simili in una dimensione cruciale”, ha scritto. “La scienza indica chiaramente che il costo del ritardo nella risposta al rischio può essere devastante“.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×