Idee e proposte per decarbonizzare il trasporto merci su strada nell’Ue

Le richieste della appena nata Alleanza europea per camion a zero emissioni (ECTA): imprese e organizzazioni con oltre 1,6 mln di addetti, una flotta stradale totale di oltre 121mila veicoli e un giro d’affari di 325 mld di €.

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Lo scorso luglio diciotto aziende e organizzazioni europee hanno lanciato la European Clean Trucking Alliance, ECTA, per chiedere la decarbonizzazione del trasporto merci su strada nell’Unione Europea, un fattore fondamentale per creare un’economia e una società europee a impatto zero entro il 2050.

Infatti, alla base dell’ECTA c’è la consapevolezza che veicoli e infrastrutture a emissioni zero miglioreranno la qualità dell’aria, a vantaggio soprattutto delle componenti climatica e sociale, e che tali veicoli merci su strada a emissioni zero dovrebbero essere alimentati da fonti energetiche rinnovabili e non più da combustibili fossili.

ECTA intende guidare lo sviluppo, l’implementazione e il supporto di politiche, programmi e iniziative a prova di futuro per creare un ecosistema che si sposti dai veicoli a combustibili fossili ai furgoni e camion con zero emissioni dallo scarico.

Chi sono i membri partner

I membri aderenti all’ECTA coprono una vasta gamma di professionalità inerenti al trasporto su strada di merci, tra cui la logistica urbana, il trasporto merci a lungo raggio, i beni di consumo, la produzione e la gestione della catena di approvvigionamento.

Si tratta di imprese leader, associazioni e organizzazioni della società civile che condividono un forte impegno per accelerare la transizione dell’Ue verso i camion ad emissioni zero e che rappresentano diversi Paesi europei. Ad oggi, i membri aderenti provengono da:

  • Belgio: 4 gruppi tra cui Transport&Environment;
  • Francia: 3 membri tra cui Michelin;
  • Germania: 3 membri tra cui Deutsche Post DHL Group;
  • Lituania: 1 membro, Girteka Logistics;
  • Olanda: 3 gruppi tra cui Transport and Logistics Netherlands TLN;
  • Polonia: 1 membro, No Limit;
  • Svezia: 1 gruppo, Inter IKEA group;
  • Svizzera: il gruppo Nestlé;
  • Regno Unito: 1 membro, Unilever.

Questi soggetti oggi danno lavoro ad oltre 1,6 milioni di persone, utilizzano una flotta stradale totale di oltre 121.000 veicoli e hanno un giro di affari di più di 325 miliardi di euro.

Le attività e le richieste dell’ECTA

Tra le varie attività svolte dai partner dell’European Clean Trucking Alliance c’è la condivisione di buone pratiche, lo sviluppo di raccomandazioni politiche e l’intensione di lanciare input ai processi decisionali dell’Ue e dei governi nazionali attraverso attività di advocacy, position paper ed eventi.

In particolare, nella sua prima comunicazione L’opportunità dell’Europa di decarbonizzare il settore del trasporto merci su strada”, l’ECTA invita la Commissione europea a rendere prioritario il passaggio ai camion a emissioni zero e nello specifico, con questa comunicazione, si chiede alla Commissione europea di:

1. Introdurre all’interno della Strategia per una Mobilità Sostenibile e Intelligente una chiara tabella di marcia con obiettivi intermedi su come decarbonizzare il settore del trasporto merci su strada e gli autocarri entro il 2050.

Ciò significa eliminare gradualmente ulteriori misure di sostegno per i combustibili fossili a livello europeo e nazionale. Analizzare come parte di questa strategia i costi totali e la scalabilità delle diverse tecnologie per camion a emissioni zero, compreso il trasporto di merci su strada a lungo raggio e stabilire una tabella di marcia per una completa implementazione dell’infrastruttura entro il 2040, favorendo i percorsi più efficienti in termini di costi e risorse.

2.Utilizzare la revisione della Direttiva sull’Infrastruttura per i Combustibili Alternativi (AFID) per accelerare la diffusione dell’infrastruttura per autocarri a emissioni zero, che attualmente manca, e garantire un’implementazione coordinata per evitare eventuali colli di bottiglia per il trasporto merci su strada transfrontaliero. A questo scopo si invita la Commissione europea a:

  • Analizzare nella prossima valutazione d’impatto quando e quanta infrastruttura è necessaria;
  • Modificare la Direttiva in un Regolamento per garantire una corretta attuazione. Introdurre per le aree urbane e suburbane obiettivi vincolanti per gli Stati membri a prova di futuro infrastrutture di ricarica per autocarri elettrici a batteria a partire dal 2025. A questo proposito, ampliare l’ambito di applicazione del regolamento oltre la tariffazione pubblica e fissare obiettivi vincolanti per infrastrutture di ricarica condivise come gli hub logistici.
  • Introdurre per il trasporto a lungo raggio obiettivi vincolanti per gli Stati membri a partire dal 2025 solo per infrastrutture a emissioni zero, ovvero punti di ricarica, sistemi stradali elettrici e idrogeno verde.

3. Introdurre un dedicato programma di finanziamento dell’Ue con sovvenzioni per sostenere il settore del trasporto merci su strada, installando infrastrutture di ricarica nei depositi, acquistando veicoli a emissioni zero e sostenendo altre tecnologie a emissioni zero provenienti da fonti rinnovabili.

4. Concludere senza indugio la revisione della Direttiva sull’Eurobollo, imponendo riduzioni significative del pedaggio per i camion a emissioni zero.

5. Presentare una proposta per gli standard di prestazione di CO2 per tutti i tipi di camion e rimorchi entro il 2022 come tempo massimo. In questa proposta, l’ambizione degli obiettivi deve essere in linea con gli obiettivi climatici 2030 rivisti e le ambizioni del Green Deal, accelerando fortemente la fornitura di camion a emissioni zero che attualmente è chiaramente carente. Inoltre, aumentare l’ambizione nella proposta di norme più rigorose sulle emissioni di inquinanti atmosferici per i veicoli con motore a combustione, per ridurre ulteriormente gli inquinanti atmosferici dei camion diesel e a gas in tutte le condizioni di guida.

6. Garantire nel prossimo Regolamento UE sulle batterie che le batterie siano prodotte in modo sostenibile e che le materie prime siano di origine etica e riciclate alla fine della vita del prodotto. Ciò significa introdurre un meccanismo per misurare e ridurre l’impatto ambientale della produzione di celle della batteria, il suo impatto sull’intero ciclo di vita e garantire la facilità di smontaggio, riparazione, riutilizzo e riciclo.

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