Guardia di Finanza, operazioni su incentivi energia per 40 mln €

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Concluse cinque indagini relative a certificati bianchi, bonus edilizi, facciate e agrivoltaico.

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Ammonta a circa 40 milioni di euro il valore delle attività su cui si sono concluse a giugno cinque operazioni d’indagine della Guardia di Finanza in diverse aree d’Italia, riguardanti in vario modo l’ambito dell’energia.

L’ultimo annuncio in ordine di tempo delle Fiamme gialle è di oggi, 23 giugno, e riguarda il Comando Provinciale di Pordenone che ha scoperto “una probabile truffa plurimilionaria ai danni del Gse e del Gme”, come si legge in un comunicato della GdF.

“Le indagini hanno riscontrato il presumibile ottenimento indebito, con conseguente negoziazione, di 50.322 titoli di efficienza energetica. Nel caso di specie, l’amministratore di una società di servizi energetici pordenonese, priva di strutture logistiche e dipendenti, pare essere riuscito a ottenere, dal 2013, i certificati bianchi facendosi validare dal Gse 292 progetti attestanti l’installazione di prodotti con risparmio energetico presso altrettanti clienti (privati, imprese e condomini), puntualmente indicati grazie all’opera compiacente degli amministratori di altre due imprese; una di rivendita di materiali termoidraulici ed edili e una di distribuzione di pannelli solari”. Quest’ultime “avevano ottenuto da alcuni installatori loro clienti i nominativi di effettivi committenti di intervento di efficientamento energetico, che non avevano fruito della relativa detrazione fiscale”.

Il relativo profitto realizzato, scrive la Guardia di Finanza, è pari a 10.066.000 €, ma nella nota diramata “si evidenzia che, per il principio della presunzione di innocenza, la responsabilità delle persone sottoposte a indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga decreto irrevocabile”.

Il 20 giugno è stato invece reso noto che “al termine di un’articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Pistoia, i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Trieste stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, nei confronti di due responsabili, residenti nelle province di Pistoia e Massa Carrara, per un importo complessivo di circa 9 milioni di euro, relativi a fittizi crediti di imposta per bonus facciate, e al loro successivo auto-riciclaggio”.

In questo episodio di parla di “fittizie comunicazioni all’Agenzia delle Entrate” e “sovrafatturazione abnorme degli interventi edili”.

Anche in questo caso la Finanza precisa che, “in ossequio alle disposizioni recate dal D.lgs 8 novembre 2021, n. 188, si evidenzia che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna”.

Coinvolto nelle operazioni anche il Superbonus 110%. In particolare, il Comando provinciale di Chieti ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per un valore di oltre 10 milioni di euro, relativo a lavori in un complesso residenziale da 166 unità abitative, “in alcuni casi solamente avviati, ma non portati a termine, e in altri completamente inesistenti”.

Dunque, “alcuni degli indagati, ognuno in relazione al proprio incarico, hanno orchestrato un articolato sistema che consisteva nella generazione di crediti fiscali fittizi (successivamente ceduti a terzi e in parte utilizzati in compensazione per il pagamento delle imposte) sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate”.

I militari del Comando Provinciale di Prato hanno invece dato esecuzione agli arresti domiciliari nei confronti di due indagati, “responsabili di un’articolata frode fiscale” da circa 11 milioni di euro “in materia di bonus edilizi”.

In particolare, “l’indagine avviata nel 2022 ha consentito di ricostruire l’operatività di un sistema fraudolento, attivo a livello nazionale, volto alla creazione e commercializzazione di crediti d’imposta fittizi connessi al cosiddetto bonus facciate”.

Gli indagati, dunque, “attraverso la falsa attestazione di lavori edilizi mai eseguiti, in tutto o in parte, hanno indotto in errore l’Agenzia delle Entrate, generando crediti d’imposta inesistenti che venivano successivamente ceduti a terzi soggetti in buona fede o monetizzati con il concorso di intermediari professionali. In molti casi gli immobili risultavano intestati a soggetti completamente ignari, talvolta coinvolti solo formalmente tramite la sottoscrizione inconsapevole di atti preliminari o dichiarazioni predisposte ad arte”.

Infine la Guardia di Finanza di Pordenone che ha concluso una serie di controlli su aziende agricole beneficiare di fondi Pnrr per l’agrivoltaico. In questo caso cinque società hanno fatto richiesta di incentivo anche alla Regione Friuli Venezia Giulia, “consapevoli del divieto di cumulo dei contributi in questione”, spiega una nota GdF. L’operazione delle Fiamme gialle, però, ha bloccato le erogazioni non spettanti per un valore di 588.000 euro.

La condotta è stata segnalata al Gse per le proprie ulteriori valutazioni.

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