Lo scorso 19 ottobre, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per circa 186 milioni di euro di crediti d’imposta relativi a “bonus facciate”, “ecobonus” e “ristrutturazioni edilizie”.
L’attività – spiega una nota della Guarda di Finanza – nasce da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle entrate sulla spettanza dei bonus in materia edilizia previsti dal Decreto “Rilancio” (D.L. 34/2020), a cui sono seguiti gli accertamenti delegati dalla Procura della Repubblica di Napoli al Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria.
Dalle indagini è emerso un sistema fraudolento, basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta in capo a società e persone fisiche collegate agli organizzatori della frode, a fronte di lavori mai eseguiti: tali benefici fiscali, in maniera diretta o frazionata mediante cessioni intermedie, sarebbero poi stati venduti a un istituto finanziario, permettendo all’associazione delinquenziale di monetizzare oltre 16 milioni di euro.
In particolare, l’inesistenza dei crediti è stata ipotizzata sulla base di accertamenti svolti:
- sugli immobili, che non sarebbero stati ristrutturati e, in alcuni casi, in evidente stato di abbandono;
- sui soggetti titolari dei crediti, che avrebbero comunque dovuto sostenere esborsi (dal 10% al 50% dell’importo totale della spesa) totalmente incompatibili con le proprie capacità patrimoniali e reddituali;
- sulle società che avrebbero dovuto eseguire i lavori, rivelatesi in realtà prive delle connesse capacità economiche e imprenditoriali.
Con parte dei proventi illeciti – ottenuti a fronte delle cessioni dei crediti nei confronti dell’istituto finanziario – si è accertato l’acquisto di circa 70 immobili, ubicati in provincia di Napoli, Latina e Caserta, per un valore complessivo di quasi 5 milioni di euro.
Un’ulteriore parte dei crediti (circa un milione di euro) sarebbe invece stata utilizzata direttamente dall’ideatore della frode, per compensare i propri debiti tributari iscritti a ruolo.
È stato quindi disposto il sequestro dei crediti e degli immobili nonché dei beni nella disponibilità dell’ideatore della frode.