Green economy e materie prime rare, l’Ue presenta il suo piano d’azione

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Sul litio per batterie i progetti già in atto copriranno l’80% del fabbisogno entro 5 anni.

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“Dipendiamo in larga misura da materie prime insostenibili provenienti da Paesi con standard ambientali e sociali molto più bassi, meno libertà o economie instabili. Pertanto, il piano d’azione prevede dei passi concreti da compiere tutti insieme, e credo che contribuiranno a rendere l’Europa più resiliente e a dare un impulso”.

Con queste parole, Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea e responsabile delle Relazioni interistituzionali, ha presentato ieri il Piano d’azione europeo sulle materie prime “essenziali” pensato per ridurre la dipendenza dai Paesi terzi, diversificare l’offerta “di fonti primarie e secondarie e promuovere l’approvvigionamento sostenibile in tutto il mondo”. Un documento – allegato in basso – che contiene l’elenco delle materie prime critiche del 2020 e uno studio prospettico  con orizzonte temporale il 2030 e il 2050.

La Commissione, ha annunciato Sefcovic, vuole lanciare un’Alleanza europea per le materie prime. “Sarà sul modello della European Battery Alliance: nell’ambito della Battery Alliance, stiamo già incrementando in modo sostanziale le nostre capacità nazionali nel settore del litio. In Europa sono in corso quattro progetti industriali chiave nel settore dell’estrazione e della lavorazione sostenibile, per un totale di quasi 2 miliardi di euro. Si prevede che entro il 2025 copriranno già l’80% del nostro fabbisogno di litio nel settore delle batterie. Tanto per fare un confronto, ciò contribuirebbe a ridurre la nostra eccessiva dipendenza dal Cile, che attualmente copre circa il 78% del nostro fabbisogno complessivo”, ha spiegato.

Altro fronte caldo, quello del riciclo: “il recupero delle materie prime critiche dai rifiuti elettronici è inferiore all’1%. Lo sfruttamento di queste ‘miniere urbane’ potrebbe alla fine soddisfare gran parte della domanda di materie prime critiche dell’Ue”.

Nelle prossime settimane – si legge appunto in una nota ufficiale- la Commissione istituirà un’alleanza europea per le materie prime, che riunirà tutti i portatori di interessi coinvolti e si concentrerà sulle esigenze più urgenti, ossia aumentare la resilienza dell’Ue nelle catene del valore dei magneti e delle terre rare, che è “di vitale importanza per la maggior parte degli ecosistemi industriali dell’Ue, come le energie rinnovabili, la difesa e lo spazio”. Col tempo l’alleanza potrebbe poi espandersi per affrontare esigenze relative ad altre materie prime critiche e ai metalli comuni.

Al fine di utilizzare meglio le risorse interne, la Commissione collaborerà con gli Stati membri e le regioni per individuare i progetti di estrazione mineraria e di trasformazione nell’Ue che possono essere operativi entro il 2025. Sarà dedicata “particolare attenzione” alle regioni carbonifere e ad altre regioni in transizione, “concentrandosi specialmente sulle competenze e sulle capacità rilevanti per le attività minerarie, estrattive e di trasformazione delle materie prime”.

Inoltre, l’Esecutivo Ue promuoverà l’uso del programma di osservazione della Terra Copernicus per migliorare l’esplorazione delle risorse, il funzionamento dei siti e la gestione ambientale nella fase post-chiusura. Nel contempo, Orizzonte Europa sosterrà la ricerca e l’innovazione, soprattutto nell’ambito delle nuove tecnologie di estrazione e di trasformazione, della sostituzione e del riciclo.

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