Si allunga un po’ il programma “definitivo” del nuovo governo Pd-M5S-Leu che si è formato ieri, mercoledì 4 settembre, quando Giuseppe Conte ha sciolto la riserva davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in seguito al voto favorevole sulla piattaforma Rousseau per l’accordo con il Pd.
Dai 26 punti delle linee programmatiche provvisorie si è saliti a 29 punti nel documento finale, con qualche aggiunta che riguarda i temi energetici e ambientali.
In particolare, nel punto 9, che elenca una serie di priorità – tra cui: messa in sicurezza del territorio, efficienza energetica, rigenerazione delle città, mobilità sostenibile – è stato inserito un passaggio che prevede esplicitamente lo stop alle trivelle.
“Bisogna introdurre una normativa – si legge nel documento (neretti nostri) – che non consenta, per il futuro, il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per estrazione di idrocarburi”. E il Governo intende anche impegnarsi per promuovere accordi internazionali, allo scopo di evitare il più possibile questo genere di attività nel bacino del Mediterraneo.
Un altro passaggio inserito nel programma condiviso tra le forze di governo, assente nella bozza precedente ma molto caro al Movimento 5 Stelle, riguarda la politica dei “rifiuti zero”: l’esecutivo, prosegue infatti il documento al medesimo punto 9 (neretti nostri), “si impegna altresì a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione di impianti di riciclaggio e, conseguentemente, a ridurre il fabbisogno degli impianti di incenerimento, rendendo non più necessarie nuove autorizzazioni per la loro costruzione”.
Resta poi centrale l’obiettivo di un “Green New Deal” (punto 7) per una transizione ecologica dell’intero sistema economico-industriale del nostro paese, incentrata sulla tutela ambientale, sul sempre più diffuso utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e sulla lotta ai cambiamenti climatici.
Ma cosa farà in concreto la nuova alleanza di governo nel campo delle rinnovabili è tutto da vedere, ricordando che ci sono moltissime questioni irrisolte, ad esempio: le contestate norme sullo sconto in fattura legato alla cessione del credito per l’ecobonus/sismabonus, la possibilità di far accedere alle detrazioni fiscali del 50% le batterie di accumulo da abbinare a un impianto fotovoltaico in conto energia, la definizione del decreto Fer 2 con gli incentivi alle tecnologie rinnovabili più innovative o dai costi più alti, come eolico offshore e geotermia.
Inoltre, il governo entro fine anno dovrà rispondere alle osservazioni di Bruxelles sul Piano nazionale per l’energia e il clima al 2030 (PNIEC) inserendo le modifiche richieste.
Tornando infine al programma dell’esecutivo che si è appena insediato, è da citare il punto 12 dove si parla di “nuova strategia di crescita fondata sulla sostenibilità” con particolare riferimento alla realizzazione delle nuove infrastrutture in cui si dovrà tenere conto “degli impatti sociali e ambientali delle opere”.
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