Alla fine di un marzo devastante a causa della pandemia di Coronavirus e della crisi economica che ne è seguita, è arrivato finalmente aprile che, di solito, è presagio di scherzi e occasione di lazzi.
Purtroppo, però, nessuno sembra avere molta voglia di scherzare o fare pesci d’aprile questa volta.
Ed è con tale sobrietà di spirito che Google ha ufficialmente annullato il suo pesce d’aprile annuale.
Anzi, vista la portata epocale dei giorni che stiamo vivendo, Google avrebbe deciso di prendere una decisione coraggiosa, annunciando che intende smettere di finanziare o collaborare con i negazionisti della crisi climatica.
Di tale tenore è stata infatti la dichiarazione che l’Amministratore Delegato Sundar Pichai avrebbe fatto sul sito agreenergoogle.com.
“Al posto del nostro normale pesce d’aprile, oggi facciamo sul serio”, avrebbe scritto il top manager, indicando una serie di impegni che la società intenderebbe prendere per correggere gli errori passati.
Il sito elenca quindi otto organizzazioni che Google ha finanziato o con cui ha lavorato in altro modo e che si sono opposte a misure di lotta al cambiamento climatico, come l’accordo di Parigi e il Clean Power Plan dell’ex Presidente statunitense Barak Obama.
La nota continua con delle scuse per aver “messo i profitti prima del pianeta” e per aver temporeggiato così a lungo prima di cambiare la propria politica. Il COVID-19 ha costretto l’azienda a fare i conti con i rischi determinati da chi ignorare la scienza, si legge sul sito.
In realtà, si è trattato di uno scherzo che il braccio di New York del gruppo britannico di protesta per il clima Extinction Rebellion ha giocato proprio a Google.
Anche se non tutti hanno apprezzato il tempismo legato alla crisi sanitaria globale per portare acqua al proprio mulino, Extinction Rebellion si è comunque premurata di inviare un messaggio più sobrio che divertente.
Sono più le verità che le battute, infatti, quelle che la NGO ha scritto: Google, dopotutto, ha elargito veramente finanziamenti sostanziosi ad importanti negazionisti della crisi climatica, compresi gli otto gruppi elencati sul sito.
Google è stata effettivamente criticata dai suoi stessi dipendenti per non aver fatto abbastanza per ridurre la propria impronta di carbonio. Nonostante sia un’azienda neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2, le operazioni dell’azienda sono ancora molto alimentate da combustibili fossili, che Google compensa con investimenti in energie rinnovabili e certificati di emissione.
Come sottolinea lo scherzo di Extinction Rebellion, finanziare i negazionisti climatici è comunque pericoloso.
Con la pandemia di coronavirus, stiamo vivendo qualcosa di simile alla crisi climatica, ma a velocità esponenziale. Stiamo assistendo in presa diretta e sulla pelle di tutti a cosa succede quando le persone al potere ignorano gli avvertimenti degli scienziati e sminuiscono la gravità di una minaccia globale per la salute pubblica.
Purtroppo, né la pandemia da Covid19, né la crisi del clima sono pesci di aprile e, scherzi a parte, la disinformazione uccide.