Tra le ultime bufale di Donald Trump in tema di energia, una ha fatto storcere il naso al ministero tedesco degli esteri, che ha risposto in maniera piuttosto dura all’ex presidente Usa tornato in corsa per la Casa Bianca.
Nelle sue conclusioni del dibattito presidenziale di martedì 10 settembre con la rivale democratica Kamala Harris (attuale vicepresidente dell’amministrazione Biden), Trump in sostanza ha bollato come fallimentare la transizione energetica tedesca verso le fonti rinnovabili.
“Credi in cose come non faremo il fracking [l’estrazione di gas e petrolio con la “fratturazione” delle rocce, ndr], non prenderemo combustibili fossili, non faremo cose che saranno forti, che ti piaccia o no”, ha affermato Trump rivolgendosi alla vicepresidente.
Poi ha aggiunto: “La Germania ci ha provato e nel giro di un anno è tornata a costruire normali centrali energetiche… Non possiamo sacrificare il nostro Paese per una cattiva visione”.
La replica di Berlino non si è fatta attendere.
Sull’account ufficiale su X del ministero federale degli Affari esteri, è stato pubblicato il seguente post (neretti nostri): “Che le piaccia o no: il sistema energetico della Germania è pienamente operativo, con oltre il 50% di energie rinnovabili. E stiamo chiudendo – non costruendo – centrali a carbone e nucleari. Il carbone sarà fuori dalla rete entro il 2038 al più tardi. PS: Non mangiamo nemmeno cani e gatti. #Debate2024”.
Per inciso, la parte finale del post fa riferimento a un’altra fake news di Trump, secondo cui gli immigrati clandestini starebbero mangiando gli animali domestici in Ohio.
L’unico possibile appiglio di verità nelle dichiarazioni di Trump sulla Germania è che Berlino punta effettivamente a costruire nuove centrali convenzionali a gas “pronte per l’idrogeno”, nell’ambito del suo piano per uscire dal carbone (dopo aver già chiuso tutti i reattori nucleari).
Tuttavia, il ruolo del gas non può oscurare la realtà che il Paese stia avanzando rapidamente verso le fonti rinnovabili, con diverse misure con cui accelerare l’installazione di impianti eolici e solari, in particolare tramite aste competitive.
Come va la transizione verde tedesca
Secondo una recente analisi della società di consulenza globale Rystad Energy, l’outlook delle energie pulite in Germania sul lungo termine si può definire “roseo”.
Si stima, infatti, che Berlino sorpasserà il suo obiettivo dell’80% di generazione elettrica da rinnovabili entro il 2030, grazie alla realizzazione di nuova capacità eolica e fotovoltaica.
Come si vede dal grafico sotto, già oggi la Germania è sopra il 50% di rinnovabili nel mix di produzione elettrica, con zero nucleare e una quota calante di carbone.
A fine 2023 il Paese contava 143 GW di potenza installata nelle rinnovabili; si prevede che dal 2024 al 2028 saranno pianificati oltre 120 nuovi GW di parchi eolici e solari, da assegnare con le aste pubbliche.
Gli analisti quindi ritengono che entro il 2030 la Germania avrà circa 300 GW di rinnovabili, più del doppio registrato all’inizio di quest’anno.
“Il settore energetico tedesco è un caso studio affascinante nella decarbonizzazione globale e nell’elettrificazione della rete”, afferma Fabian Ronningen, vicepresidente dell’unità Renewables & Power Research presso Rystad Energy.
“Se i decisori politici si attengono ai loro obiettivi e strategie attuali – sottolinea – la Germania probabilmente continuerà a dominare il panorama europeo delle energie rinnovabili e ad abbandonare la sua dipendenza dalle importazioni nel futuro imminente”.
Certo, resta parecchia strada da fare.
La crescita delle fonti rinnovabili è stata “impressionante”, scrive ancora Ronningen, ma finora “è stata ben lungi dall’essere sufficiente a sostituire il ruolo del nucleare e del carbone utilizzati nel mix energetico della Germania”.
Tra le conseguenze della strategia energetica tedesca, si segnala una più forte dipendenza dalle forniture estere di elettricità, con prezzi in aumento rispetto ai Paesi vicini.
Nei primi otto mesi del 2024, si spiega, la Germania ha già importato più energia elettrica rispetto all’intero 2023, con un saldo netto delle importazioni di 15,3 TWh (grafico sotto). La Germania pertanto “si è lentamente trasformata da uno dei maggiori esportatori di energia in Europa a uno dei suoi maggiori importatori”.
Intanto, segnala infine Rystad, il 2024 dovrebbe chiudersi con un altro calo della domanda elettrica tedesca (finora -0,7% e -8% in confronto ai livelli del 2021).