In Francia scatta il divieto di pubblicizzare l’energia da fossili

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È il primo paese europeo ad adottare una misura del genere, anche se il divieto non è assoluto e per questo è criticato dal fronte ambientalista.

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In Francia da lunedì è scattato il divieto di pubblicizzare l’energia da fossili, dopo che è entrata in vigore la legge voluta dal presidente Emmanuel Macron e votata nel 2021.

La mossa rende il paese il primo in Europa a mettere in atto un tale divieto: le aziende non possono più promuovere prodotti energetici a base di petrolio, energia dalla combustione del carbone e idrogeno ottenuto da fossili senza cattura della CO2.

Per il gas fossile il divieto di pubblicità scatterà invece a giugno 2023: una proroga decisa in vista delle completa liberalizzazione del settore, perché vietare la pubblicità sarebbe una barriera di ingresso ai fornitori di gas alternativi, che impedirebbe loro di farsi conoscere rispetto ai player storici, si è spiegato.

Per i trasgressori si prevedono sanzioni fino a 100.000 euro, aumentate fino al doppio per i recidivi, ma il divieto per alcuni ambientalisti è troppo blando: non copre gli investimenti finanziari in combustibili fossili e le sponsorizzazioni e consente la pubblicità dell’idrogeno blu (cioè da metano con cattura della CO2) e di altri combustibili e gas fossili, purché includano almeno il 50% di energia rinnovabile o contenuto di biogas.

Greenpeace France ha chiesto l’estensione del divieto per coprire le sponsorizzazioni, come quella gigante del petrolio e del gas Total per la Coppa del mondo di rugby del prossimo anno, che è ospitata dalla Francia.

“Leggerai ovunque che la pubblicità per i combustibili fossili è ora vietata, ma non è vero”, ha affermato l’associazione ambientalista in una nota. “Possono continuare gli annunci per il gas, restano autorizzati il ​​patrocinio, le sponsorizzazioni, la comunicazione istituzionale e la pubblicità finanziaria sui prodotti fossili”.

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