La Francia può andare avanti col suo maxi piano di sostegno pubblico all’eolico in mare.
Dalla Commissione europea è arrivato il benestare, ai sensi della normativa Ue sugli aiuti di Stato, alla misura da 10,82 miliardi di euro con cui Parigi vuole supportare la costruzione di due grandi impianti eolici offshore, accelerando la transizione verso un’economia “net-zero”.
Il governo francese aveva notificato il suo piano di incentivi a Bruxelles, nell’ambito del quadro temporaneo di aiuti per la crisi e la transizione (noto come TCTF, Temporary Crisi and Transition Framework).
Come detto, verranno realizzati due impianti di ampie dimensioni, entrambi con tecnologia a fondazioni fisse: uno nell’Atlantico del sud da 1-1,2 GW di capacità complessiva, che dovrebbe produrre almeno 3,9 TWh/anno di energia elettrica. L’altro parco offshore sarà invece in Normandia, ancora più grande: 1,4-1,6 GW per circa 6,1 TWh di produzione annua stimata.
Lo schema francese avrà durata ventennale; l’aiuto, assicurato ai vincitori delle aste competitive per assegnare le due zone offshore, prenderà la forma di una tariffa premium mensile variabile, regolata da contratti “per differenza” (CfD, Contracts for Difference).
In pratica, quando il prezzo di mercato dell’energia elettrica è inferiore al prezzo di riferimento assegnato nell’asta (quello dell’offerta che ha vinto la gara), il beneficiario riceve dallo Stato la differenza, garantendosi così entrate sicure e stabili che non possono scendere sotto un certo livello.
Tuttavia, se il prezzo elettrico di mercato supera il valore di riferimento accettato nell’asta, è l’operatore del parco eolico a dover pagare alle autorità francesi la differenza, cioè il surplus di ricavi.
Ricordiamo che a maggio la Francia ha chiuso la prima asta pubblica al mondo riservata all’eolico offshore galleggiante, assegnando al consorzio Pennavel (formato dalla tedesca BayWa r.e. con la belga Elicio) la realizzazione di un parco flottante da 250 MW in Bretagna.
L’incentivo, anche in questo caso, sarà determinato da un CfD con prezzo di riferimento fissato a 86,45 euro per MWh.
Come abbiamo scritto, è un valore molto competitivo, ben sotto il tetto massimo di 140 euro/MWh stabilito dalla procedura francese, che però deve essere contestualizzato correttamente: in particolare, è prevista una forte partecipazione dello Stato al progetto, che coprirà per intero i costi di connessione alla rete (questi ultimi possono incidere fino al 30-40% del Capex).
Tanto che WindEurope, nel commentare il risultato, ha avvertito che questi 86 euro/MWh non rappresentano il nuovo benchmark per l’eolico galleggiante in Europa.
L’asta francese è stata unica, sottolinea l’associazione europea dell’eolico, perché figlia di condizioni oltremodo favorevoli, tra cui anche il CfD indicizzato all’inflazione, per tenere conto dei prezzi di diverse materie prime. Pertanto, il prezzo reale che sarà pagato sarà più alto.