In uno degli otto voti attesi oggi sul pacchetto clima energia Fit for 55, il Parlamento europeo ha bocciato – con 340 voti contrari, 265 voti a favore e 34 astenuti – la posizione che avrebbe dovuto approvare sulla proposta di riforma del mercato europeo dei permessi a emettere, l’EU ETS.
Per raggiungere una posizione da portare la trilogo, ora il testo dell’Europarlamento sulla proposta della Commissione Ue dovrà ritornare alla commissione Ambiente dell’assemblea di Strasburgo, la Envi, per essere riformulato, allungando i tempi per l’ok al pacchetto.
L’aggiornamento dell’ETS proposto da Bruxelles dovrebbe contribuire a far calare le emissioni dell’Ue del 55% entro il 2030 (dai livelli del 1990), estendendo il meccanismo a settori fino ad ora esclusi.
Ma il testo arrivato in aula, che permetterebbe l’assegnazione dei permessi ad emettere gratuiti fino al 2034, era troppo timido, secondo verdi e socialisti, che hanno respinto la proposta, così come hanno votato contro, per motivi opposti, alcuni gruppi di destra tra cui i conservatori e i riformisti europei.
Tra i primi a commentare, su Twitter, Carlo Calenda: “Estrema destra e sinistra (PD incluso) fanno saltare la proposta della commissione su ETS. La saldatura dei populismi è completa anche in parlamento UE.”
Ribatte indirettamente Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi Europei – Europa Verde: “Che teatrino: il PPE grazie ad accordo con le destre demolisce l’ETS e quindi l’ambizione del Green Deal consentendo di inquinare gratis fino al 2034. Poi accusa Verdi e SD di aver bocciato la relazione anche con i voti delle destre (contrari per motivi opposti!)”, scrive.
In queste ore l’aula di Strasburgo sta votando sugli altri sette mattoni del pacchetto Fit for 55 tra cui il nuovo standard per le emissioni di CO2 di auto e furgoni che potrebbe bandire dal 2035 la vendita di veicoli benzina e diesel e l’introduzione del meccanismo della tassa sulla CO2 alla fontiera o CBAM adeguamento del carbonio alle frontiere.
Le votazioni determineranno la posizione finale del Parlamento Ue su questi temi, da cui si partirà per i successivi negoziati istituzionali con il Consiglio e la Commissione.