FIMER riparte: nuova proprietà, tecnologie e visione per il fotovoltaico

Tecnologia, made in Italy e resilienza industriale: FIMER riparte nel fotovoltaico dopo l'acquisizione da parte del gruppo McLaren Applied con uno sguardo rivolto alle reti intelligenti e all'accumulo.

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Ventunomila metri quadrati di stabilimento, 10 GW di capacità produttiva annua, tre linee di business integrate e un futuro tutto da scrivere.

È con questi numeri che FIMER, storica azienda italiana del fotovoltaico, si rilancia sul mercato dopo l’acquisizione da parte del gruppo McLaren Applied. Ma i numeri non raccontano tutto, e QualEnergia.it è andata nello stabilimento di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, per comprendere il processo produttivo e parlare con i manager dell’azienda.

Qual è la strategia per ritornare competitivi nel segmento degli inverter e dell’accumulo? Come si sta affrontando la concorrenza asiatica? E quali soluzioni tecniche propone oggi FIMER per il residenziale e il C&I?

Nel video i manager dell’azienda – Giovanni Manchia, Chief Technology Officer e Matteo Leo, Global Head of Sales – rispondono a queste e altre domande, illustrando il corso della nuova fase dell’industria.

Una filiera integrata 100% italiana, tra resilienza e innovazione

La scelta di mantenere la produzione in Italia non è solo identitaria, ma anche strategica. Significa maggiore controllo, qualità, reattività alle turbolenze globali.

Nel contesto di una competizione durissima, soprattutto da parte dei big asiatici che dominano l’80% del mercato mondiale, FIMER punta su una filiera interna che va dalla progettazione alla produzione fino all’assistenza post-vendita.

Non mancano le sfide: dai costi energetici tripli rispetto all’Asia, al mantenimento delle catene di fornitura, fino alla volatilità normativa degli incentivi italiani. Ma il management guarda avanti: “Siamo pronti a rilanciare gli after-sales e a riportare i volumi pre-crisi”, afferma uno degli intervistati.

Le nuove piattaforme tecnologiche: Power e PVM

La  decarbonizzazione dei consumi dovrà interessare in modo trasversale tutti i settori, Spiegano dall’azienda, che possiamo considerare tre pilastri complementari: residenziale, commerciale-industriale e utility scale.

  • Per il settore domestico, l’azienda propone la piattaforma Power: inverter monofase e trifase da 2 a 10 kW abbinabili al sistema modulare di accumulo PowerX fino a 30 kWh.
  • Per il segmento C&I, la novità si chiama PVM: inverter da 75, 100 e 125 kW, con anti-PID, rilevamento archi elettrici e predisposizione per storage AC-coupled; in aggiunta, arriva il sistema PVX, accumulo ibrido da 215 kWh, per supportare l’efficienza energetica di medie e grandi imprese.

Video e intervista a cura di Giorgia Piantanida

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