In Europa nel 2020 si sono installati 2,9 GW di impianti eolici offshore, in calo del 20% in confronto all’anno precedente.
E nel 2020 l’eolico offshore europeo ha attirato nuovi investimenti per 26,3 miliardi di euro che permetteranno di realizzare circa 7 GW di ulteriore capacità nei prossimi anni.
Questi i dati principali nelle statistiche pubblicate da WindEurope, Offshore Wind in Europe (link in basso), che confermano la tenuta del settore durante la pandemia; i risultati sul nuovo installato, infatti, sono in linea con le previsioni ante-Covid, si legge nel documento.
Il grafico sotto riassume il quadro.
La capacità cumulativa dell’eolico marino è arrivata così a circa 25 GW; ricordiamo che la nuova strategia Ue per questa fonte rinnovabile punta a 300 GW nel 2050, 25 volte tanto il livello attuale, obiettivo che richiederà un’accelerata di progetti e investimenti anche nei paesi che finora, come l’Italia, non hanno ancora realizzato impianti offshore.
Nel 2020 è stata l’Olanda a installare più eolico in mare (1,5 GW), seguita da Belgio e Gran Bretagna con rispettivamente 706-483 MW.
L’Italia per il momento arranca: non è ancora terminato il primo progetto offshore dello Stivale, quello da 30 MW nel porto di Taranto – dovrebbe essere operativo entro fine anno – mentre le nuove proposte devono spesso lottare contro le opposizioni locali come accaduto a Rimini.
Intanto il gruppo Toto-Renexia punta a costruire un mega parco offshore galleggiante da 2,8 GW nel Canale di Sicilia, molto vicino al limite delle acque territoriali tunisine (circa 60 km dalle coste siciliane).
Se sarà costruito, sarà uno dei più grandi al mondo.
Il progetto, come si evince dallo studio preliminare ambientale inviato al ministero dell’Ambiente (la cosiddetta fase di scoping), prevede l’installazione di 190 turbine da 14,7 MW di potenza nominale con fondazioni galleggianti ancorate ai fondali, profondi tra 100-900 metri.
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