Eolico offshore, parte dopo 10 anni il progetto di Taranto: sarà il primo parco in mare del Mediterraneo

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Arriva dalla banca d’affari francese Natixis il finanziamento che consentirà la realizzazione del primo parco eolico off-shore in Italia: 30 MW che entreranno in esercizio nel 2020.

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Il primo parco eolico off-shore d’Italia e del mediterraneo ha finalmente ottenuto dalla banca d’affari francese Natixis un finanziamento di 82 milioni di euro che ne consentirà la realizzazione.

Parliamo del progetto Beleolico, l’impianto con una potenza nominale totale di 30 MW, che avrebbe dovuto iniziare a produrre nell’autunno del 2018 e che verrà invece realizzato, secondo le ultime notizie, entro la fine del 2019, per entrare in esercizio nel 2020.

Le vicende autorizzative

Il parco, realizzato da Belenergia tramite la controllata Beleolico srl, come si ricorderà, ha seguito infatti un lungo e travagliato percorso. È stato sbloccato nel 2015 dopo 6 anni di complesse vicende autoritorizzative e battaglie legali.

Nell’asta indetta con il dm 23 giugno 2016 si è aggiudicato tutto il contingente per l’eolico in mare (essendo anche l’unico in gara) con un ribasso sulla base d’asta del 2%: avrà una remunerazione di 161,6 euro/MWh contro i 165 da cui si partiva.

Il progetto è stato ora acquisito da Renexia Services del Toto Group per un investimento di circa 120 milioni di euro.

L’impianto

L’installazione prevede dieci turbine con una potenza nominale di 3 MW ciascuna, con un’altezza mozzo di 100 metri, per una produzione annuale prevista di 80 GWh e sorgerà a largo del porto di Taranto, con profondità del fondale marino comprese tra 4 e 18 metri.

Le turbine, come si vede dal rendering qui sotto, saranno divise in due gruppi: 4 più vicine al molo e 6 più al largo.
L’eolico off-shore in Italia
In Italia l’eolico offshore non ha visto ancora il suo esordio. A parte il problema degli alti fondali, che si sta pensando di superare con la tecnologia dell’eolico galleggiante a grandissima distanza dalla costa, gli ostacoli a questo sviluppo – come dimostra il caso di Taranto – sono state le mancate concessioni delle autorizzazioni.

Stiamo parlando di macchine, certamente di taglia molto grande (alte oltre 130-150 mt), ma distanti dai 5 agli 8 km dalla costa, tanto da diventare scarsamente visibili. Ma anche per i progetti eolici di fronte ad aree industriali e lontane dalla costa, soprintendenze, Ministero dei Beni Culturali o assessorati locali si sono sempre opposti per motivando l’opposizione a causa dell’impatto visivo.

Unica eccezione è, appunto, il parco offshore difronte l’acciaieria dell’Ilva a Taranto.

In Italia il Piano Energia Clima dà però un obiettivo di eolico offshore di 300 MW al 2025, che diventano 900 al 2030. Portare quindi la generazione eolica annuale a circa 40 TWh alla fine del prossimo decennio, dagli attuali 17,3 TWh, come indica il Piano, richiederà però sicuramente un maggiore impegno nello sviluppo dell’eolico in mare (vedi anche QualEnergia.it).

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